La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      anche in mezzo alla tormenta, una slitta con un carico di 70 ed SO chilogrammi.
      Un così intenso movimento di trasporti richiese una rete stradale quale nessuna regione montuosa possiede. Il lavoro del genio a questo scopo fu semplicemente colossale. Furono sistemate strade vecchie, ne furono costruite di nuove per camions, sempre tenute sgombrate dalla neve e per slitte. Si scavarono gallerie nella neve per centinaia di chilometri di lunghezza in tutto il fronte, lavoro veramente grandioso che dava alla zona alpina l'aspetto quasi di un paesaggio polare. Le gallerie erano alte e larghe due metri in modo che vi potessero passare comodamente le salmerie. Dove la minaccia di valanghe e di frane era più forte le gallerie furono scavate addirittura nella viva roccia.
      In alta montagna di una grande utilità si dimostrò lo sky, un mezzo rapido e sicuro per marciare sulla neve, che quasi tutti gli alpini sanno usare e dal quale prendono il nome di skyatori. Esso è simile ad un lungo e largo pattino di quelli che comunemente si usano per pattinare sul ghiaccio. Ufficiali e soldati combattevano su sky, vestiti di un candido camice che li confondeva colla neve rendendoli quasi invisibili; facevano fantastiche apparizioni sulle posizioni nemiche, sparavano, andavano alle volte per pochi minuti alla folle velocità di 80 chilometri all'ora, si gettavano giù attraverso precipizi vertiginosi, sottraendosi in breve all'artiglieria austriaca. Gli skyatori servirono a tracciare le piste sulla neve troppo alta. Il medico e i porta feriti usarono con grandi risultati il comodo strumento.
      Il genio poi costruì anche un numero grandissimo di ponti, dei quali alcuni furono grandiose costruzioni, in palafitte, di lunghezza tale da assicurare gli accessi anche durante le piene dei fiumi e dei torrenti che succedevano spesso, data l'enorme quantità di neve e le insistenti piogge nella cattiva stagione.
      Le truppe ebbero un servizio di alimentazione che permise, per mezzo di cucine mobili da campo, di "termhos,, di fornelli a spirito od a petrolio, di scalda-rancio (pei quali si fece tanta incetta di carta) di dare al soldato generalmente due piatti caldi al giorno.
      Il comando supremo assicurò in comunicazioni ufficiali che anche nei posti più alti di montagna, i quali rimanevano bloccati dalla neve alle volte molto più di un mese, i nostri avevano depositi di viveri sufficienti.
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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