La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
impiegando 40 battaglioni di riserva contrattaccarono tre volte, ma la nostra linea formidabilmente guarnita da una selva di baionette e da una cortina di mitragliatrici, di bombarde leggere e di cannoni si rinsaldava sino alla quota 592, sovrastante le rovine di Zagomila.
I nostri fecero 2000 prigionieri.
La battaglia riprese alle 6. Due colonne mossero da quota 592 dello stesso Vodice, la terza, per le caverne ai piedi del Sabotino, potè ascendere, e in pattuglie arditissime giungere presso la cima, aggredire quasi all'improvviso gli austriaci, impossessarsi della quota più alta, di soli 30 metri minori del Monte Santo.
Nei giorni seguenti il nemico con ogni sforzo tentò numerosi contrattacchi e fece un uso eccezionale di artiglieria, ma i tentativi di sfondare le nostre linee non riuscirono.
Il 23 maggio gl'italiani sfondavano invece le linee nemiche su una estensione di otto chilometri tra il mare e Boscomalo, e le intaccò fortemente intorno a Ca-stagnevizza malgrado la preparazione austriaca Dieci divisioni, con ventilila brigate e più che cento battaglioni (quasi la quarta parte delle forze austriache allora presenti sul fronte italiano) s'addensavano tra il Frigido e il mare. Sul Carso erano schierati più che 100 mila fucili, centinaia di batterie d'ogni calibro e migliaia di mitragliatrici. La sistemazione difensiva del terreno non era meno formidabile; quasi dovunque era un triplice ordine di trincee protette da zone profonde di reticolati saldissimi e di "cavalli di Frisia" (Una serie di grandi cavalietti in legno con numerose gambe diabolicamente attortigliate di saldo filo di ferro pieno di punte ancorati al terreno). Nei caposaldi della linea, i trinceramenti formavano dei grovigli, dei labirinti che con un'accorta disposizione di tutti gli elementi consentivano la più tenace, la più disperata, la più efficace difesa.
La sorpresa dell'attacco contribuì al buon successo.
II bombardamento che il nemico si aspettava lungo e terribile, durò solo dieci ore. T nostri occuparono poi il groviglio di Lucabi; si avanzarono nel vallone di Ja-miano verso Monte Hermada. Così coli' allargamento delle posizioni ad oriente di Monfalcone dove erano sta te superate le fortissime difese a sbarramente diretto della strada costiera i fatti d'arme avevano assunto unaI — 227 —
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