La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
dal canto nostro si iniziava subito i lavori di contromina portandoli a termine.
Il nemico accortosene volle prevenirli accelerando
10 scoppio della sua mina, che effettuò il 4 gennaio 1017. L'esplosione, per effetto dei lavori di contromina dei nostri si risolse in un vero insuccesso per l'avversario, che ne ebbe la propria galleria ostruita, oltre a 13 morti e moltissimi feriti. Un furioso quanto inutile bombardamento delle nostre posizioni seguì allo scoppio della mina, ma il gradino della Cengia Martini rimase agl'italiani.
Ecco poi come un corrispondente di guerra descrisse l'operazione di contromina compiuta dai nostri per prevenire nuovi tentativi del nemico e per sloggiarlo dalla contestata posizione. Ciò che avvenne il 20 giugno.
Si tentarono degli attacchi dall'estremo, ma invano. Allora, si stabilì di prenderlo salendovi per di dentro. La sua sommità forma un pianoro inclinato, limitato a nord da una muraglia di roccia, e affacciantesi a terrazza precipita sul passo di Val Parola. L'angolo sud di questa terrazza è la quota 2008. Lassù erano gli austriaci. Sotto, alla Cengia Martini e nei canaloni di Punta Berrino, erano i nostri.
Il 25 febbraio i primi colpi di piccone intaccarono
11 fianco dell'eccelsa dolomite, da un canalone di Punta Berrino. Nevai altissimi avvolgevano tutta la montagna, seppellivano le strade che gli stessi alpini avevano condotto da valle pei suoi fianchi. Per quelle strade sotto interminabili gallerie di neve circolavano i nostri autocarri. Il lavoro continuò senza tregua, giorno e notte, con schiere che si alternavano in tre turni. L'imboccatura della galleria fu tagliata in 2.10 per 2.10, e così tutto lo scavo fu continuato. Gli uomini lavoravano in piedi con grande risparmio di fatica. La galleria compiuta è di tale larghezza da poter dar passagio ad artiglierie di medio calibro : quasi tutta a scalini. Coi rami laterali d'aerazione e di scarico ha uno sviluppo di 1200 metri. La pendenza supera in alcuni tratti il 00 per cento. Sembra di salire su per un enorme mostruoso campanile. Il dislivello superato dall'imboccatura alla camera di mina, che ha raccolto circa cinquanta tonnellate di esplosivo, è di 250 metri. Ogni tanto, nella salita, si passa su cumuli di sacchi a terra e rottami di cemento: sono i tramezzi di sicurezza contro l'invasione dei gas dell'esplosivo.
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