La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
do a impedire ai nostri reparti di avanscoperta di spingersi in ricognizione tra le macerie dei villaggi, si ritiravano al coperto delle difese di mezza costa e si spargevano nei boschi mettendo fra noi e loro la linea dei ridottini. Ne] pomeriggio, contrariamente a (pianto era sempre avvenuto nelle offensive passate, una nuova preparazione di fuoco si rinnovò violenta e turbinosa come la prima, stendendosi dal monte Nero alla conca di Tolmj.no, dall'altipiano della Bainsizza al Monte Santo, dalla piana del Frigido all'Hermada. Nelle prime ventiquattro ore gli italiani avevano compiuto lo scardinamento definitivo delle prime trincee austriache. E i successi continuarono nei giorni seguenti. Oltrepassata la prima linea la battaglia si ingaggiò su tutta la fronte dalle alture di Gorizia al mare. Avanzarono i nostri con superbo impeto, distruggendo grovigli di reticolati, mitragliatrici, sbaragliando il nemico, facendo prigionieri.
Lo stesso testimone oculare descrisse quelle operazioni che procedevano ancora con titanica potenza cinque giorni dopo :
Non è una battaglia d'impeto, con pronti risultati brillanti e limitati, è una battaglia colossale, di costanza, di saldezza, di ostinazione, di tenacia. Battaglia di assalto e di manovra, di slancio e di fredde decisioni calcolate. E' senza dubbio una delle più grandi e più complesse azioni della guerra europea. Dinanzi a noi, per sessantacinque chilometri di fronte, il nemico si è organizzato in disperate difese. La prima linea è rotta quasi dappertutto. E in qualche punto anche la seconda è spezzata, anche la terza. La minuziosa, sapiente organizzazione delle difese austriache è resa più resistente dall'affluire di truppe e di armi. Di mitragliatrici, soprattutto. E' un vespaio incredibile. Dà l'impressione clie ogni soldato austriaco abbia per arma una mitragliatrice, tanto è fitto lo schieramento. Saltano fuori da ogni punto della linea, sgranano i loro colpi con quel caratteristico scoppiettìo di motociclette in corsa; poi tacciono per non scoprirsi troppo, e altre da altri punti le sostituiscono, tutte chiuse in caverne, tutte blindate.
Fra i prodigi di questa offensiva sono gli assalti dei nostri soldati ai covi di mitragliatrici. Occorre un ardimento senza limiti, occorre un supremo disprezzo del pericolo. Ma molti covi sono stati invasi, e i mitraI — 285 —
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