La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      liane che si assottigliavano sempre più, costringendole a ripiegare.
      Un maggiore ferito, con il braccio spezzato, sparò con la rivoltella il penultimo colpo nel fitto degli austriaci che ogni istante aumentavano di numero e poi, gridando "non mi avrete prigioniero", volse l'arma su se stesso e cadde di fronte al nemico.
      Del reggimento glorioso, soltanto uno squadrone passò il Tagliamento, dopo essersi aperto un varco.
      Anche i lanceri di "Novara" furono, in altra località, così intrepidi come i loro commilitoni del reggimento "Genova". Sette volte caricarono una linea di fucilieri nemici tramezzata di mitraglieri".
      Accanto a questi episodi quanti altri se ne registrano gloriosi nei quali lo spirito di sacrificio per la salvezza della Patria uguaglia nella sua epica grandezza quello dei due storici reggimenti di cavalleria.
      Un battaglione d'alpini che occupava una posizione in montagna quando gli giunse l'ordine di ritirata per non essere circondato, ebbe un primo istante di sbalordimento, d'incredulità. A quegli eroi sembrava tanto mostruosa l'idea d'abbandonare quella posizione che avevano conquistato a così caro prezzo che non riuscivano a rendersene ragione. Ritirarsi? e perchè? 11 nemico sfondato le nostre linee, respinti i nostri, aveva invaso il suolo della patria. Tutto l'esercito, era in ritirata. Cosa era successo? Tanti eroismi, tante privazioni, tante vittorie, tanti morti, tutto inutilmente? Se gli altri si ritiravano essi non lo avrebbero fatto. Non volevano cedere quel loro nido d'aquile consacrato dal loro sangue. Piuttosto la morte che il disonore. Sarebbero caduti lassù al loro posto di combattimento come tanti altri loro fratelli. E resistettero per vari giorni, circondati da tutte le parti, senza viveri, senza munizioni, mostrando al mondo intero come si difendono gli alpini d'Italia. Furono nutriti con un po' di pane che i nostri aviatori volando sopra di loro lasciarono cadere. Rimasero aggrappati alle rocce, leoni indomiti, sino a quando ebbero l'assicurazione dell'onore delle armi. E fu veduto allora, per la prima volta questo spettacolo unico, meraviglioso, i nostri soldati sfilare colle proprie armi dinanzi al nemico che ammirato applaudiva a tanto valore.
      Un comunicato ufficioso in data 9 novembre segnalò questi altri episodi:
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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