La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
e di materiale andare più iu su per ritornare poi in dietro.
L'Italia divenne d'acciaio. Molti mutilati che erano stati esonorati dal servizio che così eroicamente avevano compiuto, vollero tornare alla fronte; molti altri impossibilitati a qualsiasi lavoro guerresco si trasformarono in propagandisti della resistenza e andarono dovunque a sostenere la. suprema necessità della vittoria. Lo strazio delle loro ferite non doveva esser sofferto invano. I giovanetti di 17 e di 18 anni vollero arruolarsi, impugnarono le armi e andarono lietamente a morire, ma anche a vincere. I soldati che si erano sbandati ripresero in massima parte il loro posto, non solo per effetto degli appelli del Comando : la stessa popolazione li spinse a ritornare a compiere il proprio dovere. Sentirono tutto il peso enorme del malfatto e il bisogno di riscattare la propria defezione dal campo con un nuovo fervore di forti propositi. E molti di coloro che erano soggiaciuti alla momentanea aberrazione compirono dopo gloriose imprese.
Fra le cause che concorsero a rinnovare lo spirito depresso degl'italiani vi fu anche il triste spettacolo dei profughi che fuggiti dai paesi invasi venivano a rifugiarsi presso i fratelli meno sventurati. Tristi cortei di questi nostri miseri doppiamente cari per le loro sofferenze si seguirono per lungo tempo. Ripararono nella Lombardia, nell'Emilia, nella Toscana e in molte altre regioni e città.
Il Veneto, secondo l'ultimo censimento contava complessivamente nelle sue otto provincie una popolazione assoluta di 3,065,530 abitanti e quella di Udine era per la sua estensione la più popolata. Essa contava infatti 673 mila abit. La provincia di Treviso contava 513.617 abitanti; Venezia 488.599; Padova 541.200; Belluno 200.331; Vicenza 510,092; Rovigo 204.044; Verona 4SS.S6G.
Gli abitanti fuggirono quasi tutti all'incalzare dell'invasione degli eserciti nemici.
A questa enorme massa di profughi si aggiungevano gli esuli delle provincie limitrofe. Un corrispondente di guerra scrisse a questo proposito :
E' facile immaginare quale numero ingente di persone e di famiglie i treni che si susseguirono numerosissimi abbiano portato lontano dalle loro case e disperso per l'Italia. Questi esuli disgraziati quasi tutti
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