La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      truppa àuttu un regimo eli disciplina crudele, nuli di rado feroce clie contribuì moltissimo a demoralizzare il soldato, a deprimerlo, a fargli odiare la guerra, a desiderarne la fine. Molte altre responsabilità di minor importanza nota la Commissione: favoritismi, spadro-neggiamento di ufficiali protetti dai superiori, defi ciente servizio nella distribuzione dei viveri, mancanza d'equilibrio nella ripartizione dei pesi e dei sacrifici in chi combatteva, promozioni e premiazioni toccate a chi non meritava ed eroismi ingiustamente dimenticati e volutamente trascurati.
      La Commissione d'inchiesta ha creduto di poter affermare che la politica del Governo d'allora, lo stato morale della popolazione e la situazione interna del Paese hanno contribuito alla disfatta in proporzione così trascurabile da escludere che potessero avere una seria influenza sull'esercito.
      E' bene però riassumere qui anche quello che l'inchiesta non dice o che, secondo molti altri che sulle cause morali del disastro hanno indagato, non ha creduto opportuno di mettere abbastanza in rilievo, ben chè sembri loro di grandissima importanza.
      Riproduciamo un esauriente esame di fatti che colle cause militari non ha nulla a che vedere e che proietta una luce diversa su quelle cause politiche e morali che hanno tanto accanitamente divisa l'opinione pubblica in Italia.
      Coloro che danno in gran parte colpa al disfattismo del fenomeno Caporetto dopo aver ricordato tutta l'opera dei socialisti italiani compiuta durante la neutralità a favore dei socialisti tedeschi i quali però continuavano a battersi per il Kaiser, dopo aver ricordato che il 28 gennaio l'Jla si era preparato in Italia uno sciopero generale che per certi dissensi non ebbe luogo, che in Aprile il tentativo di sciopero fu ripreso,che facoltose persone all'estero offrirono in più riprese e-normi somme a capi socialisti per scopo neutralista, dopo aver ricordato l'opera disfattista della Balabanoff in Svizzera, dopo aver citato le parole che l'on. De Giovanni pronunciò pubblicamente affermando che la guerra era stata promossa a volontà dei governanti e dai signori, che la cessazione della guerra dipendeva dalla propaganda della pace ; che le donne specialmente, le quali soffrivano sacrifici e dolori inauditi insorgendo e protestando potevano far molto, e che in-
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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