La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
rompere la saldatura del nostro fronte e, scendendo per la strada di Bassano nella pianura di aggirare la nostra ala destra.
Quanto alla nostra resistenza, aveva avuto un triplice effetto : aveva arrestato l'avversario nella sua avanzata travolgente; gli aveva impedita la frattura dello spiegamento; e, se non era riuscita ad evitare un lento rosicclramento dei salienti difensivi martellati, a-veva permesso il metodico arretramento sopra linee preordinate. E questo non può apparire un risultato sfavorevole a chi abbia in mente in quali condizioni la resistenza era stata iniziata.
Così l'esercito austro-tedesco nella zona montana si trovava all'inizio del 1018 in una condizione molto imbarazzata, su posizioni diffìcili, senza comodità di rifornimenti, specialmente sul massiccio del Grappa dove non aveva strade e dove le poche mulattiere eranoquasi impraticabili dalla neve gelata.
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Il mal tempo si unì all'inizio del 1918 agli sforzi meravigliosi degl'italiani e mentre ostacolò da ambo le parti le azioni belliche mise a durissima prova l'esercito invasore, cooperò colla resistenza dei nostri a mantenerlo là dove la volontà dell'Italia rinnovata di fede e d'energia voleva che rimanesse, in attesa del momento opportuno per ricacciarlo di dove era venuto.
Per parecchio tempo non vi furono grandi azioni ; anzi sembrò che una lunga stasi dovesse subentrare a-gli enormi sforzi dei mesi precedenti. Ma i nostri non dormivano. Diaz lavorava a mettere l'esercito nella piena effìcenza e a preparare lo sviluppo di quel piano che ci doveva condurre alla vittoria.
Intanto lungo tutta la fronte gli oramai isolati tentativi del nemico trovavano vigili i nostri che sembravano aver messo le radici sul luogo dove s'eran fermati e non lasciavano avanzare d'un passo, anzi in diverse riprese con slancio mirabile, dopo una metodica, abile, ben calcolata preparazione riuscivano a strappare all'invasore alcuni lembi di terra, qualche posizione strategica indispensabile che ritornava nelle nostre mani. Così fu per la conquista dell'ansa di Zenson avvenuta il primo gennaio che cacciò i tedeschi da un tratto di terreno della riva destra del Piave. Degne di
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