La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      Degni degli "assi" furono i marinai i quali non solo sul mare compirono la loro consueta opera d'ardiménto e di incalcolabile efficacia, ma anche a terra nelle trincee del Piave coi bersaglieri, colla fanteria.
      9 Dicembre 1917 — Sul mare Luigi Rizzo di Milazzo capitano di corvetta, insieme a Carlo Pignat-ti Morano di Modena, capitano di vascello e ad un gruppo di altri eroi votati alla morte nella notte dal 0 al 10 dicembre compie la prima di quelle straordinarie imprese che sbalordirono il mondo penetrando con una nostra silurante nel porto di Trieste ed affondando con un siluro la nave da guerra l,'Wien".
      Quest'azione, scrissero allora i giornali italiani, fu delle più ardite perchè si devono tener presente gli sbarramenti formidabili del Porto di Trietse: infatti banchi di torpedini, mine subacquee esplodenti all'urto, "ginnoti" e cioè mine più profondamente affondate esplodenti elettricamente per mezzo di apposite comunicazioni, potenti riflettori, vigilanza continua sono le difficoltà che il naviglio sottile italiano dovette superare in questa impresa tanto efficace.
      Era la Wieti, gemella alla Budapest e alla Monarch, fra le più grandi corazzate austriache.
      Era stata varata nel 1S95; aveva un dislocamento di 5000 tomi. ; era armata con quattro cannoni Krupp di 240 millimetri, sei cannoni della fabbrica Skoda di 152 millimetri, 12 cannoni di 47 millimetri e portava un equipaggio di 441 persone.
      Per quest'azione che non fu l'ultima nè la più importante di quel meraviglioso tipo di marinaio, come vedremo in seguito, Rizzo ebbe la medaglia d'oro, Carlo Pignatti Morano la Croce d'ufficiale nell'Ordine militare di Savoia e gli altri sedici uomini dell'equipaggio la medaglia d'argento.
      lJf Maggio 1918. — Venne poi una nuova impresa navale meravigliosa che doveva far rifulgere di nuova gloria l'eroismo dei nostri eroi del mare. E fu quella compiuta dal comandante Pellegrini con alcuni suoi compagni nel porto di Pola, la notte del 14 maggio 1918, che si risolse col l'affondamento di altra colossale nave da guerra nemica, del tipo Viribus Unitis.
      Ecco, dalla narrazione di persone che vi presero parte, coinè si svolse il fatto.
      Il comandante Pellegrini ed i suoi compagni, tutti volontari, avevano studiato a fondo e minutamente
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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