La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
Vili.
Nelle terre invase — La calata dei nuovi barbari — Le infamie documentate — Il bastone austriaco — L'infelicissima Udine — Il boia — La visita (lei tre imperatori — Urla di donne e pianti di bambini nella notte oscura — Oscenità raccapriccianti — Le tombe violate — La forca in funzione — Una bandiera austriaca calpestata — L'eroismo di un boemo —
Gl'italiani (lei paesi invasi che non vollero abbandonare le loro terre, le loro case, che si illusero di poter conservare quel poco che avevano, che credettero di calcolare se non sul senso d'umanità del nemico almeno sulla giustizia, o che non fecero a tempo a fuggire perchè attesero gli ultimi momenti a decidersi col cuore straziato e sanguinante a lasciare nelle mani delle orde vandalica quanto avevano di caro, ili sacro al mondo : il focolare domestico, passarono un anno di inenarrabile martirio.
1 comandanti lo avevan promesso ai soldati per accrescere il loro coraggio, per incitarli maggiormente all'attacco, per solleticare, aizzare vieppiù i loro istinti selvaggi di ladri, di predoni, di grassatori da strada, d'assassini : "In Italia ci aspetta un ricco bottino ; ottimi cibi, vino squisito, belle donne e tutte quelle comodità, quelle ricchezze di cui si adornano le case di quei porci d'Italiani. Avanti soldati : laggiù farete tutto quello che più vi aggradirà."
I comandanti non solo mantennero la promessa, ma se non si associarono ai soldati nell'imprese vergognose, ladresche, nefande, gareggiarono con essi per conto proprio in ogni sorta d'infamia.
Nei luoghi dove son passati, dove si son fermati fu come se si fosse abbattuta una di quelle furiose tempeste che non risparmiano nulla, che tutto travolgono, che tutto devastono, che tutto distruggono. Ma la furia della natura è cieca. Il nemico avrebbe dovuto avere almeno un ultimo rimasuglio di sentimento umano per rispiarmiare a delle popolazioni inermi, innocenti, deboli quelle atrocità di cui non si macchiano neanche i popoli più barbari, per rispettare in esse quei diritti
— 359 ¦—
| |
Udine Italia Italiani
|