La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
Mestre in aeroplano, per un guasto dovette atterrare nel territorio invaso, tra Gorgo e Oderzo. Distrugge l'apparecchio ed a piedi si reca sulla strada di Livenza, vicino a S. Anastasio, donde può mandare un biglietto al fratello, il rev. prof. Michele Martina, arciprete di S. Stino di Livenza. Questi chiama un soldato boemo di cui sa di potersi fidare, Giuseppe Illoszèc di Praga, della XII divisione, e lo manda a prendere il fratello. Il boemo gli promette di portarlo a salvamento nelle linee italiane. Il nostro aviatore rimane nascosto in casa del fratello arciprete: poi, avendo il boemo recata la notizia che non era possibile attraversare le linee austriache retrostanti S. Stino, si cela in palude, dove per tre notti un altro sacerdote, il cappellano don Ruggero Coletti, gli porta da mangiare. Finalmente un nostro idroplano lo va a riprendere e lo conduce a salvamento.
Si afferma che cotesto boemo, fedele amico d'Italia, sia passato poi in servizio nel nostro esercito.
Malgrado tante lagrime, tanti strazi, tanto lutto iu nessuna di quelle vittime s'era spenta l'ardente speranza della liberazione, era in tutti viva, profonda, questa fervida fiamma di fede che affrettava col desiderio intenso il ritorno dei fratelli vittoriosi. E le notizie dei preparativi pel riscatto, malgrado la terribile sorveglianza del nemico, giungevano spesso ai poveri tribolati, ai martiri con diversi ingegnosi mezzi dalle frontiere e dal cielo.
— Verremo presto a liberarvi, coraggio ! dicevano i messaggi che venivano dalla patria in armi.
E la promessa non fu vana.
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