La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
alta idealità e il peso formidabile di tutte le proprie risorse materiali.
Non è vana previsione, non è sentimentale profezia lo stabilire lino da oggi, con la certezza fatale, inesorabile e concreta di una legge naturale, da qual parte la bilancia volgerà il suo segno di vittoria, da qual parte il suo segno di implacabile sanzione. Vinceremo! Vinceremo perchè il soldato e il cittadino di Francia hanno nel sangue e nell'anima la tradizione di principi che diedero all'Europa e al mondo le tavole di fondazione della fraternità e dell'uguaglianza dei popoli. Vinceremo perchè il martirio del Belgio è il più generoso olocausto che un popolo abbia mai fatto fiammeggiare sull'altare sacro della dignità e dell'onore umano e nazionale. Vinceremo perchè l'Inghilterra è determinata alla vittoria e con l'irrefragabile volontà di una grande Nazione che fu sempre all'avanguardia di ogni pubblica libertà e costante assertrice degl'inviolabili fondamenti del diritto delle genti. Vin-veremo perchè gli Stati Uniti d'America, per bocca del Presidente Wilson, hanno fissato in principi lapidari che rimarranno scolpiti in eterno nel granito della storia, perchè son degni della coscienza giuridica di Roma, le vie maestre della civiltà e dell'armonico progresso di tutte le nazionalità. E vinceremo perchè l'Italia — che con cavalleresco impeto garibaldino sventolò il tricolore sulle Alpi, quando ai nemici il suo coraggio parve fosse una romantica temerità — non piega e non ripiegherà giammai la sua santa bandiera, se la giustizia non sia riconsacrata. L'Italia vuol levare alto nella vittoria, come alta è la fronte e la coscienza di ogni suo figlio, il vessillo della Patria, simbolo del suo onore, glorioso suggello dei suoi diritti.
Questo vogliono gli italiani in armi. Questo vogliono — o nostri grandi amici e alleati — i nostri morti immortali".
Dopo il coro del Nabucco una vera pioggia di fiori cadde dai palchi e dalle gallerie sui soldati alleati e sui nostri mutilati che li raccoglievano acclamando.
Come abbiamo già detto fu in tutto il Paese un fervore di opere tutte intese a conservare la resistenza già potentemente delineatasi sul Piave ed a preparare l'ora del riscatto.
Le due Camere votarono ordini del giorno suonanti fiducia ed ammirazione nell'Esercito e nel generale
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