La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      Vidor, Moriago, Sernaglia, Farra di Soiigo, Pieve di Soligo, e Sovreni, anfiteatro di colli ubertosi. L'attacco austriaco al Montello, fatto da due punti, mirò a prendere di rovescio le prime difese delle pendici o-rieutali, le serrò come in una branca e subito entro quei punti cominciarono le infiltrazioni numerosissime. Il nemico non aveva più tregua nel lanciare le sue forze; oltre i primi battaglioni, seguivano altri battaglioni e lunghissime colonne che tenevano dietro alle compagnie di attacco destinate a infiltrarsi indipendentemente le une dalle altre ove trovassero minori resistenze. Le ondate tendevano da una parte ad occupare la linea della cresta, dall'altra ad affluire verso occidente e si estendevano come macchia di olio, traendo partito delle vallette e bassure e frastagliamenti e delle stradette. Si formò un saliente col quale il Comando austriaco, gettandovi uomini armati alla leggera, sperava di straripare su tutta l'altura verso Volpaco e più oltre, Montebelluna, ma, a meno che metà strada, fu contenuto vigorosamente ai fianchi e, ostacolato di fronte da elementi accorsi alla difesa, dovette sostare per riordinarsi. Fu durante questa sosta che il giorno 1G i vigorosissimi contrattacchi italiani lanciati dal nord e dal sud per sfondare la Sacca ripresero non piccola parte del terreno sulle pendici sud-orientali e raggiunsero Nervesa.
      Vistosi minacciato gravemente, il nemico, che, du rante la notte aveva gettato altri ponti, lanciò a sua volta un furibondo colpo centrale per allargare le due branche che tentavano di soffocarlo e, utilizzando le forze superiori, si fece largo sulle pendici settentrionali ed estese la propria linea in direzione tra sversale del Montello da Sant'Andrea a Ciano (a me no di 4 km. di profondità). Lì l'assalitore rimasefermamente impegnato, tentando di proseguire.
      * * *
      L'esercito austriaco, fermato al principio delle sue mosse, si è battuto e dibattuto per oltre una settimana con uno spreco di sangue che impressiona. Con il fiume alle spalle nelle peggiori condizioni in cui possa trovarsi un esercito, l'avversario ha cercato fi no all'estremo di combattere la sua stessa sciagura. Quella breve zona marginale che aveva occupato l'armata di Wurrn in profondità, di due o tre chilometri al massimo, non presentava una base suscettibile di
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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