La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
ampiamente. Il nemico era in una situazione precaria e grave, esposto in qualunqne momento ad un vigoroso colpo di offensiva. La situazione materiale, orribile: le truppe logorate dalla resistenza accanita, in condizioni da non poter essere rifornite che con gravissimi sacrifici, a prezzo di perdite continue. Alcuni ponti erano rotti tre o quattro volte il giorno e dal nemico tre o quattro volte rifatti, con una tenacia veramente degna di grande ammirazione. La situazione morale era diventata grave col fallimento e lo scacco su tutto il fronte. Ecco le cause principali che obbligarono il Comando austriaco ad abbandonare completamente il suo piano offensivo. E' certo che esso sperava di svincolarsi segretamente, ma non riuscì : troppo strettamente l'esercito nostro lo premeva. Nella notte egli aveva già cominciato qualche ritiro di reparti. Per non diffondere fra i combattenti della riva destra la voce del ripiegamento, i Comandi di oltre Piave avevano pensato a mascherare questa decisione col dare alle truppe stanche la illusione di un cambio; ma le truppe che avrebbero dovuto sostituire quelle inviate a riposo, naturalmente non furono mai traghettate e quelle che tornavano al di là appresero solo sulla riva sinistra la intera realtà. Chi veniva da tanto inferno non potè stupirsi della decisione presa dal Comando : ne aveva ben vedute le necessità fatali. E così tutta la notte barconi, zattere, pontili carichi traversarono il fiume trasportando una parte notevole delle forze che si trovavano al di qua, e man mano che le truppe traghettavano si restringevano le zone d'occupazione, i cui limiti eran segnati da truppe di copertura che arretravano gradatamente, combattendo.
All'alba del 23 si ebbe notizia che il caposaldo di Casa Martini alla fine d'alterne vicende era stato occupato dai nostri. Ne1 la operazione erano stati fatti prigionieri, i quali dissero che le truppe nemiche, contenute nella breve fascia dove il valore delle nostre le aveva asserragliate, sotto il continuo, violentissimo fuoco dell'artiglieria che tagliava le comunicazioni sul fiume, lasciando gli uomini quasi senza viveri, da tre o quattro giorni erano state costrette a passare il fiume. Il caposaldo di Casa Martini era stato dal nemico — è giusto rendere questo omaggio al suo grande valore difeso con le energie della
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