La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
estrania disperazione. Mentre i prigionieri (lavano al Comando queste notizie, giungevano conferme da vari tratti della linea (love i nostri, continuando la pressione, si accorgevano di una rarefazione degli elementi di difesa e stavano procedendo in varie direzioni verso il fiume. Furono subito iniziati i contrattacchi; la pressione italiana si fece più tenace e non dette tregua agli austriaci. I nostri nell'avanzata si imbatterono in una resistenza di gruppi armati di mitragliatrici che cedevano il terreno solo palmo a palino, adempiendo con spirito di abnegazione il loro ufficio di nuclei di copertura. 1 nostri soldati si gettavano avanti alacremente; non avevano altro desiderio, altra brama che giungere al fiume, e riprendere di slancio le posizioni lasciate nei primi giorni della offensiva.
Alle loro spalle fluivano verso le retrovie circa 500 prigionieri stremati dalla lotta. Si vedevano chiaramente i segni della vita orrenda che le truppe avevano durata ; decimate dall'artiglieria, materiale copioso abbandonato, comandi di reggimenti in covi addirittura orrendi, cadaveri in putrefazione che ammorbavano l'aria e. fra i morti, alcuni feriti nostri che ebbero sollecite cure dopo una settimana di strazio.
Così nelle prime ore del pomeriggio tutti i ventitré chilometri di fronte fra Palazzon e Salgaredo erano occupati dalle nostre truppe esultanti. Dall'altra sponda il nemico faceva sui nostri un tiro intenso con batterie da campagna e con mitragliatrici. Nonostante tale reazione, che dimostrava la sua presenza e la vigilanza sulla sponda sinistra, si videro i nostri, arrivati al fiume, lanciarsi sui rottami di pontiper passare ad ogni costo.
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Il settore che va da Salgaredo all'ansa-diga sviluppa circa 14 chilometri e comprende le note anse di Zenson, Lampol e Gonfo, settore delicato appunto per questi strani sviluppi delle sponde che consentono al nemico facilità di costruire teste di ponte. Qui gli austriaci riuscirono ad "attestarsi" ma debolmente, nelle anse di Zenson e di Gonfo. mentre gli attacchi fallirono nell'ansa centrale di Lampol. Alla mattina del 23 si sentì che anche questo settore alla pressione dei nostri resisteva meno. Prima di mezzogiorno furono intensificati gli ordini rivolti per ot-
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