La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      Fra le pagine gloriose della Marina Italiana oltre alla vigilanza sui mari insidiosi, oltre ad aver reso a relative proporzioni l'opera dei sottomarini, ne va ricordata una clie fu dai nostri marinai compiuta in terra.
      Nei giorni 13 e 14 novembre 1917 — quando l'austriaco credeva di aver già conquistato Venezia — il battaglione Starita, sulla spiaggia di Corfellazzo contrastò, con impetuoso vigore, la marcia nemica. Quel manipolo di prodi compì gesta stupende. Il comandante, alla testa di un gruppo di marinai, si lanciò contro una casa ove si era asserragliato un nucleo numeroso di "arditi" nemici ; lo assalì con furiosa veemenza, e quelli che non uccise riportò prigionieri. La barriera opposta dal battaglione, non fu superata ; il nemico non passò.
      Un giorno dell'agosto del 191S mentre il Reggimento Marina si trovava a Venezia, in Piazza San Marco, un famoso generale dei bersaglieri, la cui brigata combattè strenuamente, facendosi largo fra la folla che lo aveva circondato e lo applaudiva freneticamente, trasse a sè l'antico comandante di quel battaglione lo abbracciò, lo baciò e, indicandolo ai convenuti, gridò : — Ecco chi ha salvato Venezia !
      La mattina del 19 dicembre, l'avversario sferrò un violentissimo attacco in forze contro la testa di ponte di Cortellazzo. L'attacco, sostenuto anche dal fuoco delle navi austriache — che, uscite per la prima volta al largo furono poi costrette ad allontanarsi rapidamente per l'intrepida audacia dei nostri piccoli Mas che si erano spinti fin sotto i loro fianchi per silurarle, — doveva, nelle intenzioni del Comando nemico, allargarsi sul fiume e tendere all'immediata occupazione di Venezia. Ma ancora una volta il tentativo s'infranse contro l'accanita resistenza dei marinai. Fu una lotta furibonda, nella quale le virtù guerriere della gente di mare —• fatte, specialmente, d'impeto aggressivo e di ardimento — ebbero campo di affermarsi o di rifulgere. Il nemico fu ricacciato in disordine. Deposizioni precise di prigionieri hanno concordemente stabilito che in quell'occasione gli aggressori ebbero non meno di 1200 uomini fuori combattimento. La difesa di quella testa di ponte fu continuata, con vigile tenacia, per mesi e mesi,
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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