La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
Monarchia, le lotte delle nazionalità producevano i loro effetti disgregatori, la compagine morale e materiale dell'avversario rimaneva però intatta o quasi e accaniti sopratutto si dimostravano, e tali si dimostrarono poi anche durante la battaglia di Vittorio Veneto, ungheresi, croati, sloveni, quegli elementi appunto sui quali sembrava dovessero avere maggior presa i dissidi di nazionalità. Ciò ribadiva il convincimento che nessun importante effetto poteva aspettarsi da tale azione disgregatrice se non dopo un decisivo scacco militare inflitto al nemico.
Così essendo, data la nostra inferiorità numerica e la deficienza dei complementi, e l'impossibilità di provvedere con le nostre sole riserve, la scelta del momento per l'attacco sull'altipiano diveniva compito assai delicato. Bisognava, quindi, seguire la situazione vigili, ed agire senza esitazione al primo accenno di mutamento propizio.
I preparativi per l'azione progettata furono spinti in modo da essere pronti per la metà di settembre. Ma gravi avvenimenti si svolgevano. A metà settembre, infatti, si iniziava sulla fronte balcanica il vittorioso attacco dell'esercito alleato d'Oriente, ivi compresa la nostra 35a Divisione e fin dai primi giorni si ebbe la precisa sensazione del successo. Inopinatamente la fronte bulgara crollava cadendo a pezzo a pezzo sotto la pressione delle truppe alleate. Sebbene superiori per numero di combattenti, sebbene favoriti da posizioni munitissime rivelatesi per lungo tempo quasi inattaccabili, le truppe bulgare cedevano. Una vasta breccia stava così per aprirsi sul fianco dell'impero austro-ungarico; per chiuderla il nemico avrebbe dovuto distrarre forze dalla nostra fronte e rinunciare alla soverchiante superiorità numerica fino allora conservata. Ciò poteva forse creare la situazione sperata, da tanto tempo augurata, che ci consentisse di lanciare all'attacco tutte le nostre forze, nella direzione più rischiosa ma decisiva per risolvere finalmente la guerra!
Situazione questa che, beninteso, non poteva maturare in un sol giorno. Bisognava seguire ogni mossa del nemico con occhio ancor più attento, sentirne il polso, ora per ora, per poter passare all'attuazione del progettato più vasto disegno di manovra nel preciso momento voluto. Tutti i particolari del progetto
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Vittorio Veneto Oriente Divisione
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