La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
contemplava in primo tempo, il passaggio del Piave, corso d'acqua importante, impetuoso e rapido, soggetto, specialmente nell'autunno a piene che vietano qualsiasi gittamento di ponti.
Per effettuare il passaggio si provvide all'allestimento ed alla raccolta dell'ingente materiale necessario, ingente sopra tutto perchè l'impeto della corrente e la facilità, pel nemico, di distruggere con artiglierie e con bombe d'aeroplani i ponti gittati, imponeva di avere alla mano cospicue riserve per le inevitabili continue sostituzioni. Una parte di questo materiale era stato costruito da tempo; nuove compaguie pontieri erano state organizzate e un'aliquota di esse trasformate dal traino animale a quello meccanico per ottenere maggiore rapidità di spostamento; a preparazione compiuta grazie agli sforzi delle officine militari e private si ebbero pronti oltre 20 equipaggi da ponte regolamentari, ben 450 metri di passarella tubolare di tipo speciale su barche appositamente costruite, pili materiale regolamentare (barconi, impalcate) per altri 4500 metri di ponte. Vennero inoltre costruite o requisite nella laguna e nei fiumi e canali dell'Alta Italia centinaia di barche e di barchette, si provvide alle àncore per migliaia di galleggianti, calcolando che la violenza della corrente avrebbe richiesto l'impiego di due àncore anziché di una, per ogni barca da ponte o da passarella. Né basta ; già nei giorni della preparazione si organizzò quanto occorreva per il sollecito ripristino dei ponti sul Piave e su altri corsi d'acqua nei territori da liberare, concentrando nella regione di Treviso e di Mestre oltre 20.000 metri cubi di legname da ponte che vennero sollecitamente lavorati e preparati sul posto, ferramenta ed acessori. Tutto nel prodigioso sforzo che ci apprestavamo a compiere, doveva essere preveduto nei particolari più minuti, tutto doveva essere, ed era pronto, per sfruttare interamente la vittoria nelle sue conseguenze più grandiose e più lontane.
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Il nemico teneva la fronte dallo Stelvio al mare con G3 divisioni e mezza, delle quali dall'inizio della battaglia 30 e mezza erano in prima linea, 13 e mezza in seconda e 10 e mezza in riserva.
Nel settore da noi scelto per l'attacco, dal Brenta a Ponte di Piave, erano schierate 23 divisioni nemi-
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