La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      giorc ungherese Poggiorni, comandante la fortezza di Trento, e in forma ufficiale riceveva la comunicazione che l'armistizio era stato firmato e che gli austriaci dovevano sgombrare la città.
      Tornato al Municipio il dott. Faes convocò il Consiglio che deliberò di prendere possesso dell'ufficio postale e telegrafico nella speranza di poter allacciare le comunicazioni coll'Italia; ma il telegrafo era già isolato. La popolazione sulle strade attendeva gli eventi con animo trepidante e nelle case venivano tolte dai nascondigli le bandiere tricolori e altre ne venivano formate di carta per mancanza di tela.
      Prima di mezzogiorno il dottor Faes tornò al comando della fortezza ; ma non c'era nessuno. Un tenente che frettolosamente si allontanava si limitò a dire che si ignoravano le condizioni di armistizio e che gli italiani non avrebbero tardato ad arrivare. In una sola ora, con intensità di slancio patriottico, furono date le disposizioni per coordinare le varie manifestazioni per ricevere le truppe liberatrici.
      Alle 0.30 furono mandati verso la strada di Rovereto alcuni giovani in bicicletta perchè segnalassero prontamente l'arrivo delle tninne. Onesti tornarono poco dopo dicendo che al ponte di Felsina erano giunti due ufficiali italiani che, in automobile, si avviavano verso la città. Un alto grido d'entusiasmo si levò dalla folla che corse risoluta incontro ai sopravvenienti. I due ufficiali, ed un terzo che ad essi poco dopo si era aggiunto, furono sollevati fra acclamazioni di gioia e furono portati a braccia attraverso la città nel cortile del Municipio. Erano essi il capitano Calamandrei ed i tenenti Ciarlantini e Callaini dell'ufficio informazioni.
      Nell'atrio del Municipio il dottor Faes rivolse ai tre ufficiali italiani il saluto augurale di Trento esprimendo la viva riconoscenza della città perchè aveva spezzato le catene che la aggiogavano al nerrrco acerrimo. TI dottor Faes rievocò la nobile figura di Cesare Battisti, l'apostolo fervente dnl.ritalianità di Trento, riaffermata come diritto indistruttibile fino all'ora suyirema del martirio. Presentò, infine, il tenente Vincenzo Kronzel. professore della scuola industriale di Brunn, tenente nella riserva austriaca, i' quale portò ai nostri ufficiali il saluto fervente d°lla nazione' czeca. TI capitano Calamandrei rispose che non
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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