La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
di jugoslavi non cessavano d'essere i nemici di ieri e di sempre, come purtroppo dovemmo constatarlo dopo, vi furono da parte della popolazione all'indirizzo dei nostri esplosioni indescrivibili di gioia.
Che quelle popolazioni volessero rimanere italiane ed essere unite alla vera antica eterna loro madre l'Italia lo dimostra anche il fatto che nelle giornate del 4 e 5 novembre si recarono dal governatore di Trieste a chiedere di essere accolte nel Regno e di inviare guarnigioni italiane, i rappresentanti dei comuni i-striani di Muggia, Capodistria, Isola, Pirano, Uma-go, Cittanova, Parenzo, Rovigno, Orsera, I'ola, Digna-110, Canfanaro, Kanvincenti, ' Valle, Verteneglio, Pesino, Pinguente, Buje, Grisignano, Visinada, Albona, Fianona, Cherso, Lussino. Queste città versavano in terribili condizioni.
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E' facile immaginare, ma non a descrivere la gioia delirante delle popolazioni delle terre invase al sopraggiungere delle truppe liberatrici che incalzavano alle reni l'esercito aborrito disfatto, vinto, in fuga pazza, disordinata. In moltissimi paesi uomini, donne, ragazzi assetati di vendetta si unirono ai soldati per dare la caccia agli austriaci. Vi furono fanciulle che spararono sull'immonda canaglia che le aveva torturate nei lunghi mesi del martirio !
I nostri erano acclamati, abbracciati, baciati. Nelle strade si piangeva, si rideva. E intanto dovunque erano soldati nemici in rotta disperata, molti si arrendevano; molti si davano alla campagna. Ancora bagliori d'incendio, ancora cascinali in flamine, ponti distrutti e dovunque sul glorioso cammino dei nostri mucchi di cadaveri, cannoni abbandonati, camions, automobili, fucili, munizioni, migliaia di cavalli sbandati ; un numeroso bottino di guerra che ammontava a parecchi miliardi e che testimoniava della lotta spaventosa, accanita, della feroce resistenza tentata ancora prima di cedere, della potenza bellica che ancora sosteneva l'esercito invasore a cui i nostri avevano inflitta la più grave sconfitta militare che registri la storia.
E Udine, Belluno, Pordenone, Conegliano, Feltre, Ci-vidale, Gorizia, tutte i paesi delle vallate che avevano subito lo strazio dell'occupazione nemica rividero il nostro sacro tricolore, rividero i fratelli e nessuna
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