La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
La folla applaudì a lungo fragorosamente. Dopo di che Diaz riprese a dire: "L'Italia deve seguire le orme di Roma antica per la forza e per il valore che luminosamente ha dimostrato di possedere. Evviva il Re !".
Qualche tempo dopo sulla facciata del suo villino in Roma venne murata una lapide nella quale era stato inciso lo storico bollettino della vittoria, pubblicato il 4 novembre.
Nessun italiano dimenticherà più il periodo di quel bollettino, di una grandezza e di una semplicità manzoniana, in cui il grande generale riassumeva la gloriosa epica importanza della situazione che cambiava faccia all'Europa con queste parole : I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.
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In tutta la nazione la vittoria veniva festeggiata con imponenti manifestazioni di giubilo e alla Camera dei Deputati riceveva la sua consacrazione nella storica seduta del 20 novembre che ebbe luogo nell'aula nuova di Montecitorio inaugurata in quella memorabile occasione.
Se tutto il Paese acclamava dovunque alla meravigliosa vittoria delle nostre armi, se dovunque i soldati gloriosi erano accolti con manifestazioni di indicibile entusiasmo, se i cortei trionfali a cui presero parte comandanti, ufficiali e le truppe degli eroici reggimenti ebbero pioggia di fiori e delirio di folla,non furono però dimenticati gli altri soldati, non meno eroici e non meno vittoriosi che in altri campi, fuori del regno, in Francia, in Albania, in Macedonia aveano versato il loro sangue e tenuto alto il prestigio del nome italiano. Ed è doveroso riassumere qui brevemente quello che la splendida rappresentanza delle nostre armi fece in territorio straniero.
E' noto che un Corpo d'Armata, il Secondo, sin dall'aprile 1918 era stato inviato sul fronte francese. Esso ebbe subito occasione di far rifulgere le sue alte qualità militari e il suo purissimo valore. Schierato a cavallo dell'Arde, ove il 15 luglio doveva sferrarsi la 5a offensiva tedesca, il II Corpo venne a trovarsi proprio nel punto che il nemico voleva sfondare per occupare Epernay e Reiins. L'attacco si svolse furibondo : per due giornate, dal 15 al 17, i nostri sostennero uh urto'
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