La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini
molti sono stati le vere cause della guerra; l'opera e le intenzioni di coloro che l'hanno guidata dalle diverse capitali; narrerà la tormentosa vita del nostro Paese in quest'anno di passione nel quale culmina il gesto di Gabriele D'Annunzio per l'italianità di Fiume e della Dalmazia, esporrà esattamente le posizioni geografiche, economiche, politiche, i diritti d'Italia in Albania e in Asia, lo stato delle sue colonie in Africa, stabilirà i suoi rapporti e la sua situazione morale colle altre nazioni e su quale via si sarà messa per proseguire verso la meta.
Però qualunque siano i nuovi eventi che si maturano, comunque rimanga la Patria nostra dopo la firma del trattato di pace, per quanto grande sia e potrà essere ancora l'ingratitudine degli alleati che i nostri e-roi hanno salvato, per quanti errori possano aver coni messo i generali nostri, i ministri nostri che si sono succeduti al potere, per quanti ne potranno commettere ancora è bene rammentare le parole che disse quel colonnello di fanteria nei giorni dell'offensiva sul Piave parlando dei suoi soldati laceri, affamati, infangati e pidocchiosi, ma belli e cioè che la vittoria sarebbe certamente venuta e per merito esclusivo dei nostri soldati, anche senza l'aiuto degli alleati, come in sostanza così fu, perchè l'Italia non poteva morire.
Ed anche adesso si può affermare, come con felice pensiero scrisse un corrispondente di guerra, che Orlando o Nitti, Sonnino o Tittoni, Clemenceau o Lloyd George o Wilson poco importa.
Erano soli gl'Italiani sul Grappa, erano soli sul Montello. erano soli sul Piave, saranno e rimarranno soli anche a Parigi; saranno e rimarranno soli nel mondo dopo la pace, nel futuro.... l'Italia non può morire.
Anzi, aggiungiamo noi, salirà sempre più in alto e compirà intera nel mondo quella missione di civiltà di giustizia e di libertà per cui essa ha sinceramente, lealmente, cavallerescamente, sanguinosamente, e, purtroppo, ingenuamente combattuto.
FTNE
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