Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LE ORIGINI REMOTEnecessarie al commercio, recano già massimi danni a quello dell'Italia, cosa potrebbe attendersi, padrona che fosse l'Austria di un littorale di 175 Leghe di estensione? Il commercio di Marsiglia sarebbe egli egualmente che in oggi felice nel Mediterraneo e nei mari ottomani? Le manifatture del Mezzogiorno della Francia avrebbero lo stesso smercio che in oggi? La prosperità della nazione francese in tanti rami d'industria sarebbe la stessa? Non tocca a me il deciderlo. Venezia, questa sede di un'antica repubblica, soggiorno delle belle arti, perirebbe nella miseria. E chi in questo caso potrebbe assicurare che gli sforzi dei nemici della libertà, che Cesare avido di dominio e di gloria, non rendessero vane le cure dei patrioti? Chi potrebbe garantire, che animato lo stuolo degli Aristocrati dalla disperazione, sostenuto dagl'intrighi, non abbandonassero Venezia medesima al dispotismo austriaco, e la libertà con essa dell'Italia? Ott'ore soltanto di tempo bastano a far sbarcare dall'Istria sui suoi lidi un'armata, e sorprendere la sua tranquillità. Quest'Istria, che al momento stesso dell'abdicazione della Sovranità per parte dell'Aristocrazia, ha manifestato il più grande attaccamento alla causa della libertà. Senza l'Istria, essa non solo, ma l'Italia tutta ha perduta per sempre la speranza di difendere le sue coste, di proteggere il suo commercio.
« L'idea della forza navale sarebbe sbandita. Venezia, che sotto l'antico governo, non ostante la sfasciata amministrazione delle finanze, i sommi disordini, l'incuria che vi regnava, vedevasi a mettere tal volta sul mare in tempo di pace fino a 18 vascelli e 35 fra galere e mezze galere, non potrebbe contare di poter far sortire dal suo porto nemmeno un brik.
« Tale sarebbe il destino dell'Italia senza l'Istria. Là soltanto sono i legni per le costruzioni, là i marina], là i porti; notorio essendo, che se nell'arsenale di Venezia vengono costruiti i vascelli da guerra, il loro armo conviene si compietti nei porti dell'Istria, colà lascino l'artiglieria ed una parte della savora, e si forniscano di pilotti per rientrare nei canali di Venezia. Lo stesso egli è dei vascelli mercantili. Trasporti che fossero tutti
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 1. Le origini remote (Da Campoformio alla Triplice Alleanza)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano pagine 199 |
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