Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAa nulla valgono le proteste istriane. Amministrativamente separata, la penisola istriana continua però moralmente ad essere unita alla sua antica signora; ed ecco, quando Venezia, stretta d'assedio dalle truppe imperiali, sta per cadere di fame, i marinai istriani violano il blocco e portano viveri ed armi agli eroi della repubblica, ed ecco si battono per Venezia; Marcantonio Borisi, che in una sortita da Mestre asporta al nemico pezzi di artiglieria, e Alessandro Almerigotti, ferito a morte a Marghera, e Alessandro Godina, morto di colera nella città assediata, e Giuseppe Draghicchio e Giuseppe Rulbinich e Pietro Scarboncich e Luigi Ritozzo, tutti feriti, e Giovanni Bevilacqua, che sfida la morte u-na volta sotto il forte Montedoro, tre volte a Campalto e oltre venti volte sulle zattere, e Giovanni e Lodovico Almerigotti, che, dopo la resa, l'Austria punisce incorporandoli nell'esercito imperiale. Questo fecero gli i-striani per l'Italia.
      E intanto a Francoforte i deputati istriani Mado-nizza, De Franceschi, Vidulich e Facchinetti protestano davanti alla Costituente tedesca contro la minaccia di aggregare l'Istria alla Confederazione germanica, contro gli eccessi delle truppe di Radetzky in Lombardia, contro il rifiuto governativo di riconoscere l'italiano come lingua esclusiva d'ufficio.
      La reazione s'abbatte dopo il 1848 anche sull'Istria, che sogna e vuole una patria, ma non le può togliere la sua profonda coscienza italiana. Nel 1859 le donne dell'Istria inviano a Vittorio Emanuele la bandiera del 37° reggimento e dicono : « Sono le donne dell'Istria le quali, pegno di loro lagrime, vi mandano ed offrono questo stendardo, questo labaro di certa salute, ricordando che l'Istria fu sempre italiana, da quando Roma le affidava la guardia del varco più geloso d'Italia, fino al giorno in cui ella sotterrò l'adorato stendardo di S. Marco ».
      E nel '60, quando Garibaldi apre la sottoscrizione per un milione di fucili, i popolani dell'Istria mandano, scusandosi di non poter dare di più, 1000 franchi: « Dite all'Italia, — essi scrivono, — dite a Garibaldi, dite
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 1. Le origini remote (Da Campoformio alla Triplice Alleanza)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 199

   

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