Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LE ORIGINI REMOTEretrocedere, col Concordato, colle leggi sulla stampa e consimili ordinamenti, più d'un secolo indietro nella civiltà; ci sovracarica d'imposte in misura sproporzionata alle altre Provincie; e con prestiti ipocritamente detti volontarii, con leggi e misure finanziarie disastrose e non tutte oneste, manda in rovina il nostro commercio, e fa dell'Istria una mendicante affamata; con l'intrusione di Tedeschi e d'avventizii a lei dediti, in tutte le cariche, in tutti gli ufficii, sin ne' seggi del nostro municipio, ordina e disordina a suo talento ogni nostro interesse, secondo i suoi fini; coll'onorare e decorare persone indegne, perchè ligie a' suoi voleri, guasta e sconvolge la coscienza pubblica; col favorire vizii corruttori (vino, donne, lotto), utili soltanto all'oppressione, e col reprimere e soffocare ogni generoso slancio ed ogni generosa coltura, corrompe e tiene nell'ignoranza il nostro popolo, e con iscuole tedesche e preti slavi, ed impiegati d'ogni stirpe, tenta imbastardire e farci dimenticare la nostra italiana nazionalità, ultimo e caro palladio di tutta la nostra antica italica gloria____»
      Ma non alle parole si limita l'ardore che strugge gli irredenti. Anche in quella guerra essi daranno il loro braccio e la loro vita alla patria.
      '« Da alcuni triestini, istriani e friulani, — scrive Pacifico Valussi, — si fece un fondo per attirare marinai dell'Istria, del Veneto e della Dalmazia per la flotta i-taliana; e ci si riuscì. E Cavour, allora ministro anche della Marina, gradì il dono : intese molto bene il doppio vantaggio del togliere i marinai all'Austria e farli propri ».
      Una deputazione d'istriani e friulani si recò a Reggio e offerse alla Brigata Ravenna due bellissime bandiere ricamate dalle donne di quelle terre.
      Il colonnello Pepoli rispose con un proclama ardente di fede e di speranza. Il generale Mezzacapo, assente, mandò una lettera in cui riboccava la gratitudine agli irredenti e si auspicava la vittoria.
      Gli istriani, a lor volta, indirizzavano queste parole ai soldati che dovevano marciare sotto la bandiera offerta dalle donne dell'Istria :
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 1. Le origini remote (Da Campoformio alla Triplice Alleanza)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 199

   

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