Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIA
      « Magnanimi soldati dell'italica indipendenza! Se il valor vostro e di quelli che vi mandammo e vi manderemo a compagni d'armi, varrà anche a noi la desiata redenzione, l'Istria si rifarà gagliarda; se no, benediremo a voi egualmente, e per noi troveremo la fierezza, unico conforto, di perdurare indomiti fino al sorgere immancabile del dì nostro ».
      Garibaldi, intanto, compiva in Sicilia la prodigiosa impresa dei Mille. Passando di vittoria in vittoria, egli non dimenticava le terre adriatiche ancor schiave e si preparava a soccorrerle.
      « L'Austria, — scriveva il conte Prospero Antonini, — si arma per difendere il Veneto e l'Istria perchè Garibaldi, ingrossato che abbia il suo esercito, come valanga piomberà dalla Puglia sui lidi della Dalmazia e gettandosi fra le Alpi Giulie, chiuderà quella porta sempre ai barbari aperta, pigliando poi a rovescio il celebre quadrilatero. Insomma se la impresa siciliana riesce a buon fine, molto possiamo sperare noi pure ».
      E le donne triestine mandavano a Palermo all'Eroe dei due mondi una bandiera, accompagnata da queste parole :
      « Nè le soperchierie dei dominatori, nè gli aulici decreti, nè la viltà dei degeneri patrizj valsero a snaturare il nostro popolo, che è rimasto italiano, e .che ora più che mai ha la coscienza dell'imprescrittibile suo diritto di appartenere all'italica famiglia.
      « E la bandiera che noi, donne triestine, vi mandiamo in dono, o Generale, vi sia debole pegno del sentimento nazionale che rianima i nostri mariti, i nostri figli. Aggraditela, o Generale, e accordatele l'onore di- guidare alcuna delle vostre intrepide legioni alle future battaglie dell'indipendenza e della libertà della patria comune ».
      La bandiera, veramente magnifica, portava nel tricolore drappo di seta lo stemma sabaudo sormontato dalla corona reale. Sopra un nastro di velluto azzurro si leggeva in caratteri d'oro : « A Giuseppe Garibaldi le Donne triestine nel luglio 1860 » e più in basso vi era in rilievo lo stemma di Trieste, l'alabarda fra due rami di
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 1. Le origini remote (Da Campoformio alla Triplice Alleanza)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 199

   

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