Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAperseguita, imprigiona, deporta, invano arrovellasi per iscoprir Comitati; i Triestini, italiani per sangue, per lunga dimora, per tradizioni familiari e municipali, per lingua, per costumi, per aspirazioni, la pensano tutti ad un modo e i pochi che pensano diversamente (qual altra città italiana non n'ebbe?), o son poveri illusi, o non sono cittadini, ma ospiti o avventurieri (società od individui è tutt'uno), sono fra i privilegiati, i sovvenuti, i mantenuti, i medaglisti, i crocesignati. Chi è nato e cresciuto in Trieste, chi, partendo per l'esilio da una terra italiana sopra altra terra italiana, ha lasciato a Trieste colle sacre ossa degli avi, altri affetti e memorie e speranze dolcissime, ha ben diritto di parlar alto.
« E noi, facendolo, abbiamo la coscienza di adempiere anche ad un sacro dovere; che è urgente che l'Europa sia informata, esattamente, completamente -informata del vero stato delle cose, affinchè lungi dallo impacciare, favorisca e secondi lo scioglimento finale della questione italiana, in modo che non rimanga, com'Au-stria vorrebbe, l'addentellato a futuri conflitti.
« Se l'Austria fonda anche adesso, come sempre fondò, sue speranze nella guerra, l'Europa ha però bisogno di pace; ma per ottenerla duratura, è d'uopo sia fatta giustizia a tutte le popolazioni, a tutte le terre italiane; è d'uopo che non una città, non una borgata italiana rimanga in mano dell'Austria. »
Gli eventi s'erano compiuti. Le armi italiane alleate ai francesi avevano vinto. Ma la sorte delle terre doloranti non era mutata.
Nel maggio del 1861 si annunzia la visita di Francesco Giuseppe a Trieste : e tosto il Comitato Tergestino diffonde questo proclama alla cittadinanza ;
« Francesco Giuseppe d'Austria viene nella nostra città. Ve ne annunzierà l'arrivo quello stesso cannone che a Magenta ed a Solferino mietendo le file dei nostri fratelli tentò, ma invano, di respingere l'Italia nel brutale servaggio.
« La venuta del dominatore straniero, del mortale nemico dell'italiana indipendenza, non può essere che
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 1. Le origini remote (Da Campoformio alla Triplice Alleanza)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano pagine 199 |
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Pagina (86/218)
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