Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LE ORIGINI REMOTErie non poche, abitava queste contrade : popolo italico della cui lingua si hanno ancora preziosi avanzi nel dialetto di alcune parti dell'Istria, e che fuso da prima col popolo latino e poi col veneto, si mantenne così saldo nel suo genio nazionale, da durare incorrotto tra i più gravi pericoli, e in sulla porta dei barbari, e con razze straniere propriamente a ridosso, e nell'oblio sciagurato degli stessi fratelli, in quel lungo periodo di schiavitù austriaca che decorse dai trattati di Vienna.
« L'Istria, che è una parte distinta della regione italiana d'oltre Isonzo nè va confusa coll'Istria amministrativa a cui furono aggregate anche popolazioni transalpine, l'Istria nella sua unità naturale e storica e colla sua capitale Trieste, conta di popolazione italiana ben oltre i due terzi, sì che per la stessa ragione del numero pretende a buon diritto d'essere annoverata fra le famiglie etniche d'Italia.
« Ma che sono poi gli Slavi che troviamo sugli ultimi lembi del nostro confine, come ne troviamo nel Friuli occidentale e troviamo Francesi nella Valle d'Aosta e Albanesi nelle terre napoletane?
« Sono Slavi di venti e più stirpi, non già scesivi a mano armata, ma pacificamente importativi dai dominatori di queste provincie per popolare le terre disertate dalle guerre e dalle pesti. Avvenne appena nell'ottocento il primo trasporto di siffatta gente, e poi man mano fino al secolo XVII a più di cento riprese, le cui epoche sono segnate con esattezza dalla oatria storiografia : opera infelice a cui fu intesa particolarmente la repubblica di Venezia, che in luogo di permettere si facessero fitti gli Slavi nella Dalmazia, qui nell'Istria li traduceva, dove tutto era pronto a togliere loro la nativa fierezza e italianarli. Stranieri fra loro fino a non intendersi e stranieri agli Slavi d'oltre Alpe, essi sono foglie staccate dall'albero di loro nazione, e nessuno per fermo avrà potenza di rinverdirle sul ramo da cui furono scosse. Essi vissero e vivono senza storia, senza memorie, senza istituzioni, tutt'altro che lieti di loro origine e desiderosi di essere equiparati a noi. Veneratori del leone di San Marco e memori di quel mite reggimento, im-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 1. Le origini remote (Da Campoformio alla Triplice Alleanza)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano pagine 199 |
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Pagina (107/218)
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