Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LE ORIGINI REMOTEche bisogna finirla, che la Nazione lo vuole, e se non si fa, vi sarà una rivoluzione nell'interno...
Ma ogni forte proposito s'infranse contro la realtà : l'Italia dovette concludere a sua volta una tregua d'armi per otto giorni, a cominciare dal 25 luglio.
Quei giorni, — scrive Pietro Silva, — durante i quali si dovevano discutere le condizioni dell'armistizio, furono tra i più angosciosi, e posero l'Italia in pericolo gravissimo : il governo italiano voleva ricevere la Venezia direttamente, e non per il tramite di Napoleone, e voleva che l'armistizio fosse sulla base dell'ufi possi-detis, cioè conservando il Trentino e le terre oltre Isonzo. L'arciduca Alberto seccamente dichiarò che la condizione prima doveva essere lo sgombro immediato degli italiani dalle terre oltre l'Isonzo e dal Trentino, e a un certo momento voleva ottenere anche lo sgombro del Friuli. Il contegno dell'arciduca Alberto era minaccioso, lasciava trasparire il desiderio di riprendere la guerra interrotta a Custoza, e la minaccia appariva tanto più grave, in quanto verso l'Isonzo affluivano a grandi masse le truppe austriache che l'armistizio con la Prussia lasciava libere.
Che fare? Il governo di Firenze e il Re, fieramente irritati contro la Prussia, avrebbero voluto continuare la guerra anche soli. Ma sarebbe stata follia. Cialdini dall'Isonzo scriveva disperato che il suo esercito mancava di viveri e di scarpe, e parlava di probabile disastro. L'Imperatore Napoleone avrebbe abbandonato l'Italia al proprio destino, dato che il governo italiano non voleva ascoltare i suoi consigli di venire all'armistizio. Intanto una decisione urgeva; il Comando austriaco pretendeva lo sgombro di tutte le terre non venete per la mattina del 10 agosto, e voleva una risposta entro il giorno 8. Di fronte alla situazione terribile, La Marmora, nella sua qualità di ministro al campo, dopo un colloquio col Re prende su di sè tutta la responsabilità di accettare le condizioni austriache, e il giorno 8 telegrafa a Medici, la mattina del 9 a Garibaldi, di eseguire la ritirata dal Trentino.
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 1. Le origini remote (Da Campoformio alla Triplice Alleanza)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano pagine 199 |
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Pagina (125/218)
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