Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAsa e non aspettavano se non un segnale e una mano fraterna da voi. — Divelto dalla Confederazione Germanica e abbandonato probabilmente anche dai sei o sette milioni di abitanti di famiglia teutonica che vorranno accentrarsi alla Grande Germania, l'Impero, a vivere, è oggi costretto a farsi slavo e si farà tale, accarezzando anche gli slavi meridionali, i quali, certi di padroneggiare l'impero, vi saranno accaniti nemici quando voi lo minaccerete ».
In fondo a tutti i cuori italiani il pensiero dell'avvenire restava. Minghetti, scrivendo a Ricasoli delle elezioni generali da farsi dopo la pace, affermava come nel programma governativo convenisse dichiarare che non si rinunciava a nulla per l'avvenire.
Il deputato Molinari, in una lettera agli istriani ed ai triestini, li incuorava a non disperare. L'Italia, egli diceva, fatta più studiosa delle proprie condizioni naturali e dei proprii interessi, comprenderà come alla sua sicurezza non siano tollerabili gli artificiali confini che le si impongono, come'la Venezia diseredata del suo mare sia uno scherno, come rinunciare ai porti ed ai seni in cui si specchiano le città irredente, sia quanto rinunciare all'Adriatico, quanto mettersi in un mare italiano alla discrezione dello straniero. E fatta accorta di tutto ciò, alla prima occasione l'Italia vendicherà a Pola la sconfitta di Lissa...
Nicomede Bianchi, presidente del Comitato per i soldati feriti, scriveva :
« Per la pace teste conchiusa dal Pegno d'Italia col-l'Impero Austriaco è cessata l'opera soccorrevole del Comitato negli Ospedali per i soldati feriti nell'ultima guerra. Ma perciò non è compiuto a pieno l'impegno da esso assunto fino dal 1859, poiché rimangono in possesso dell'Austria buona parte delle Alpi, Trento, Gorizia, Trieste e Pola, col vagheggiato dominio dell'Adriatico. Se pertanto giova di perdurare fedeli al proposito di mantenere in vita il Comitato sino al completo, assetto dei confini nazionali, importa anche di provvedere onde nel periodo di aspettativa che credibilmente può essere di non breve durata, non stia inoperoso... »
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 1. Le origini remote (Da Campoformio alla Triplice Alleanza)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano pagine 199 |
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Pagina (132/218)
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