Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAottenesse nuove provincie, le quali la rinforzassero nell'Adriatico, il nostro paese resterebbe stretto come entro una tenaglia e sarebbe esposto ad una facile invasione tutte le volte che ciò convenisse al vicino impero.
      « Voi dovreste aiutarci in questa occasione. Noi siamo fedeli ai trattati e nulla vogliamo dagli altri. Voi dovreste domani dissuadere il conte Andrassy da ogni desiderio di conquiste nel territorio ottomano... »
      E pochi giorni appresso Crispi scriveva a Depretis :
      « Bisogna assolutamente andare a Vienna e vedere Andrassy. Colà, il partito militare è deciso, appena gli se ne offrirà l'occasione, di occupare la Bosnia.
      « Il Governo germanico non si oppone, ma non ha dichiarato che lo permetta. Anche qui a Londra non e-rano contrari, a quanto me ne dice Menabrea, ma quando seppero che noi non potevamo permetterlo senza compenso territoriale alle Alpi, finirono per darci ragione.
      « In tale stato di cose un linguaggio franco e risoluto, una dichiarazione che li assicuri del nostro consenso e del nostro aiuto a condizioni nettamente determinate, ci dovrà giovare, e non potrà nuocere.
      « Io mi sento la potenza di farlo cotesto discorso, e se tu consenti, prenderò la via di Vienna. Se pensi altrimenti, farò subito ritorno in Italia. Su questo attendo un tuo cenno col telegrafo, all'arrivo della presente ».
      Depretis consentì e Crispi andò a Vienna; ma nullla ottenne. Tornò anzi con la persuasione che conveniva compiere gli armamenti per tenersi pronti a far valere le proprie ragioni. « È il solo modo, —- riferì a Depretis, — con cui potremo evitare la guerra ».
      Intanto la propaganda dell'idea irredentista si accentuava. Benedetto Cairoli riassumeva in queste poche parole il programma del partito d'azione :
      « Noi non ci trarremo mai dalla politica militante finche non vedremo riunite all'Italia le provincie ora soggette a dominazione straniera.
      « Il sacrificio di Mentana è stato fecondo : — siamo a Roma : ma l'ultima meta non è peranco raggiunta e
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 1. Le origini remote (Da Campoformio alla Triplice Alleanza)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 199

   

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