Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LE ORIGINI REMOTEtria. Contribuirono all'opera immortale tutti i figli di questa Italia, dalle ghiacciate vette delle Retiche Alpi alle tepenti pendici deUe sicule marine. Tutti accorsero al grido della Madre, quando la gran risorta si scosse dal lungo letargo : eppure non tutti in oggi possono il dolce e glorioso nome d'Italia pronunciare nella terra dove nacquero!
      « Sì, vi sono ancora delle terre italiane nelle quali è delitto pronunziare il nome d'Italia, nelle quali si espia con lunghe torture il più legittimo e generoso dei sentimenti che nobilitino l'uomo sulla terra, l'amor della Patria. E fra queste generose irredente rimangono in potere del più odiato ed antico dei nostri oppressori Trieste e Trento, i cui figli furono sovra tutti larghi del loro sangue nelle lotte per la nostra risurrezione.
      « Una virtuale capacità d'affetto li spinse a morire per la Patria comune : per questa, che sulla terra concreta la santissima fra le umane aspirazioni. Ed essi diedero la più splendida, la più eloquente manifestazione della loro italianità, versando per l'Italia il sangue loro.
      « E l'Italia non li ha obliati, l'Italia che soffre, lavora e ricorda; ma ai fratelli che caddero per la salute di tutti, e che non giunsero ancora ad ottener la Patria, è debito degli Italiani affermare la loro riconoscenza, debito il rinnovare la comunanza di affetti, di aspirazioni, di glorie, di dolori, di fede e di speranze!
      « Egli è, spinti da questo sentimento di un dovere che niuna altra considerazione può menomare, che noi ci rivolgiamo a tutti coloro che nacquero fra le Alpi e i tre mari, perchè ognuno cooperi, secondo gl'indice coscienza e con tutti i suoi mezzi, alla attuazione del concetto che propugniamo.
      « Sorga sulla terra redenta, che bagnarono del sangue loro, sorga un'ara votiva ai fratelli delle Provincie dell'Alpi Giulie e dell'Alpi Retiche, che per la salute d'Italia caddero, e sia come un memore vincolo tra fratelli, un pegno d'affetto e di riverenza, monumento di gloria ai caduti, muto e solenne rimprovero ai viventi, sino al dì della completa attuazione dell'eterna Idea per cui essi fecero getto della vita.
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 1. Le origini remote (Da Campoformio alla Triplice Alleanza)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 199

   

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