Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

Pagina (188/218)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAle deputazioni dei vari Corpi d'esercito, fu eseguita la consacrazione ecclesiastica della bandiera. Questa porta riccamente ricamata da un lato l'aquila imperiale, dall'altro l'immagine della Madonna. Nei nastri stanno il nome della imperiale donatrice, il giorno della solennità e la leggenda : « Stets siegreich toie bei Custoza! » (Sempre vittoriosi come a Custoza!). »
      A Pola, nel 1877, inaugurano un monumento a Te-getthoff; vi assistono gli Arciduchi Alberto e Stefano; il comandante della marina austriaca fa un discorso : « Quandochessia — egli esclama — se qualcuno tenterà occupare questi lidi che non avrà giammai, gli austriaci sono sempre pronti a conquistare gli stessi allori che a Lissa ».
      S'inaugura, pure nel 1877, la linea Ancona-Zara; il podestà di quest'ultima città, con gentile pensiero, aveva fatto coprire una lapide ricordante la vittoria di Lissa — che il Governo d'Austria aveva imposto si ponesse sulle pareti municipali — perchè erli ospiti non venissero turbati dall'infausta memoria dell'immeritata vergogna. Ebbene, il barone Rodich, comandante militare, saputo ciò, ordinò venisse scoperta la lapide, perchè gl'italiani rinfrescassero la memoria della lezione ricevuta e giammai più osassero pensare a certe velleità passate ». Ne bastò l'osservazione del podestà, che questo, oltre ad essere un atto urtante il sentimento di nazionalità, era pure un atto sconvenientissimo di inospitale villania : il comando fu replicato ed eseguito.
      Nell'ottobre dello stesso anno è il ministro degli e-steri Andrassy che per mezzo del suo Fremdenblatt ci ammonisce e lancia un altro ufficiale giammai : « Vogliamo conservare in ogni circostanza ciò che abbiamo. Quand'anche lo sviluppo della quistione d'Oriente, ciò che speriamo non sia, ci costringesse ad accettare un'estensione territoriale all'est, questo non sarebbe per noi un motivo sufficiente per cedere agl'italiani il nostro porto più considerevole ed il Tirolo italiano. L'Italia può rinunciare per sempre a queste idee. »
      Nell'aprile del 1878, a Vienna, ad una deputazione di nobili e clericali che trepidante chiedeva spiegazioni
      — 188 —


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 1. Le origini remote (Da Campoformio alla Triplice Alleanza)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 199

   

Pagina (188/218)






Corpi Madonna Custoza Custoza Pola Te-getthoff Arciduchi Alberto Stefano Lissa Ancona-Zara Lissa Governo Austria Rodich Andrassy Fremdenblatt Oriente Tirolo Italia Vienna Zara