Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAminata e diretta l'opinione pubblica, avrà resa facile l'opera della diplomazia chiamata a sanzionare, non un'opera misteriosa ed artificiale, ma un legame stretto alla luce del giorno entro l'orbita dei legittimi interessi.
« Ma per riuscire nell'intento, un'altra cosa occorre ancora. L'alleanza dell'Italia coll'Austria e colla Germania non deve essere presentata come uno spettro, come una minaccia contro chicchessia. Essa deve avere un carattere ben definito e netto : il carattere di lega pacifica, di unione destinata a conservare per lunghi anni la tranquillità all'Europa. E il solo suo costituirsi varrà a raggiungere questo grande scopo, altamente civile; varrà ad assicurare ai tre paesi, che tanto ne hanno bisogno, un'era indisturbata di pace, la quale permetterà a' tre popoli di dedicarsi tutti ad un'opera veramente feconda, a svolgere le loro ricchezze materiali e morali. In una parola l'alleanza deve esser fatta a favore delle tre nazioni, ma non contro alcuno : deve conservare il carattere che ha già quella austro-tedesca, di lega difensiva, di potente affermazione intesa a prevenire complicazioni e pericoli.
« Noi speriamo, crediamo anzi di trovarci d'accordo colla stampa nostra e con quella di Germania e di Austria-Ungheria in queste considerazioni circa i doveri del giornalismo e circa il carattere clhe dovrà avere l'alleanza delle tre nazioni. Se così è, poniamoci dunque all'opera ed apriamo seriamente il primo periodo preparatorio : iniziamolo studiandoci da una parte e dall'altra di astenerci fin da ogni parola che potesse toccare le reciproche suscettibilità. Poniamoci all'opera, poiché se, come ben disse il colonnello Marselli, l'amor proprio e la dignità nazionale non ci consentono oggi di chiedere alleanza, è obbligo nostro però di prepararla, e gettare le basi dell'edifizio destinato a (garantire la pace generale. »
Ma la politica ministeriale di quel tempo era molto complicata e multiforme. Se il Diritto passava per il portavoce della Consulta, il Popolo Romano era consi-
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