Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAbia suggerito alla Francia di impadronirsi della Tunisia Col fine accorto e preconcetto di sviare il pensiero dei Francesi dall'Alsazia e dalla Lorena, e più ancora per gittare il tizzone della discordia tra la Francia e l'Italia. Noi non lo crediamo, e non lo crediamo precisamente per l'alto concetto che abbiamo della perspicacia e dell'avvedutezza politica del gran Cancelliere. Al suo sguardo acuto non può certo essere sfuggita la possibilità di un risultato precisamente opposto.
« Se in seguito al possesso di Tunisi la Francia gettasse maggiormente avidi sguardi sull'Italia e la minacciasse, come non è dubbio che avvenga, questa avrebbe un interesse immediato e maggiore di non inimicarsela e — non potendo rimanere neutrale — di avvicinarsi ad essa nel caso di una conflagrazione europea.
« Più che qualunque altro Stato, l'Italia ha bisogno della pace. Una nazione ancora giovane e per di più povera deve concentrare tutte le sue forze nella educazione intellettuale ed economica allo scopo di aumentare la sua produzione e la sua potenza ».
Il Lanza seguitava dichiarandosi persuaso che l'Italia dovesse mirare all'amicizia di tutte le potenze, senza concludere alleanze. Queste, egli affermava, si stringono nella supposizione di prossimi conflitti e per fini determinati; ma l'Italia non è minacciata da nessuna parte... E concludeva con la tesi del raccoglimento.
Il senatore Carlo Cadorna, a sua volta, pubblicò u-no scritto che sollevò grande rumore. Egli dichiarava di parlare per l'incolumità dell'Italia : e faceva queste affermazioni :
«Gli interessi dell'Italia son quelli della Germania e dell'Austria-Ungheria, colle quali non abbiamo alcun soggetto di dissidio. Non tralasciamo di far ogni cosa possibile per calmare ed attutire le asprezze della politica francese; togliamo a quel governo e a auel popolo ogni motivo, anche solo apparente, di giustificare il suo contegno, e procuriamo di avere con lui le relazioni della maggior possibile amicizia, alle quali ci guida il vero comune nostro interesse.
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