Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
L'ITALIA INCATENATAUna frase equivoca, pubblicata poco dopo dall'organo bismarckiano, fece scattare la suscettibilità italiana.
L'ufficioso Popolo Romano rispose che « l'Italia e-ra una nazione di 30 milioni, animati da un solo sentimento, quello dell'unità e dell'indipendenza della patria ».
E Re Umberto, ricevendo la deputazione della Camera al Capo d'Anno del 1882, pronunciò queste parole :
« Noi possiamo incontrare difficoltà sulla nostra via, ma quell'accordo basterà a vincerle sempre; ciò che importa si è di mostrare che noi siamo e vogliamo rimanere padroni in casa nostra. »
Le fiere espressioni del Re ebbero grande successo all'interno e produssero non minore effetto all'estero.
La caduta del ministero Gambetta, che aveva cercato d'ostacolare in ogni modo la definitiva intesa dell'Italia con la Germania, rese più facili gli accordi. E il conte di Robilant, nostro ambasciatore a Vienna, aprì formali trattative col conte Kalnoky, Presidente dei ministri austriaco.
Era questione per l'Italia di accedere al trattato di alleanza già concluso tra "l'Austria e la Germania finodal 1879.
L'efficienza di quel trattato, secondo la pubblicazione ufficiale che ne fu fatta, molti anni più tardi, a Vienna ed a Berlino, si compendiava in queste due clausole :
CLAUSOLA I
(Di una guerra tra Austria e Russia o tra Germania e Russia).
« Nel caso in cui, contrariamente alle speranze e in opposizione al desiderio sincero delle due alte parti contraenti, uno dei due Imperi (cioè Impero d'Austria-Ungheria e Impero Germanico) fosse assalito dalla Russia, le alte parti contraenti sono impegnate a sostener-
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