Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
L'ITALIA INCATENATAmans e a Sagrado, giunsero verso le dieci e tre quarti a Ronchi, dove discesero nella locanda di Giovanni Berini.
Questi nel suo esame scritto, assunto il 17 settembre nella sua stessa locanda, racconta di aver visto passare a quell'ora dinanzi al suo-portone una vettura diretta per Monfalcone, la quale però fatti pochi passi voltò ed entrò nel suo cortile. Il cocchiere mise nella stalla il cavallo; poi, insieme ai due signori che aveva trasportati, entrò nel tinello e tutti ordinarono della birra. Uno dei forestieri chiese una stanza perchè era stanco, l'altro invece volle una vettura per essere condotto a Trieste. Procuratagli questa, dopo tre quarti d'ora dall'arrivo l'uomo ripartì; e l'altro si recò nella stanza assegnatagli, mentre il loro vetturale già prima era ripartito nella direzione di Sagrado.
Che cos'era avvenuto intanto?
Il Tavagnacco, nel ritorno, s'imbattè tra Versa e Chiopris nel contadino Gregoratti e a Viscone con Antonio De Marco, gastaldo del conte Agricola di Udine, i quali, con insistenza che doveva essere più che semplice curiosità, lo interrogarono sui due forestieri. Pare che egli abbia risposto in modo equivoco, accennando all'avviso di Oberdan, di scappare nel caso di un incontro con la forza pubblica. Certo è che i sospetti, probabilmente già concepiti dai due interroganti, si rafforzarono. Tanto è vero che il primo andò a confidare la cosa al ricevitore doganale di Chiopris, e il secondo cercò d'indurre il Tavagnacco a raccontare tutto al podestà facendogli intravvedere il pericolo di un arresto. Ma il Tavagnacco si diede alla fuga e riuscì, sebbene inseguito, a varcare il confine. Allora il De Marco comunicò direttamente il fatto a Lodovico Serravalle, podestà di Chiopris, e insieme decisero di recarsi a Gradisca per far denuncia a quel Capitano distrettuale.
Stando alle deposizioni del Gregoratti e del De Marco, il primo avrebbe espresso il timore che i due forestieri fossero intenzionati di commettere un attentato contro l'imperatore; al secondo il Tavagnacco stesso a-vrebbe comunicata la sua supposizione che « dovevano
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