Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIA
      è stata sempre ed è tuttavia l'italiana. Allorquando Trieste assomigliava alle altre città italiane dell'Istria e del Friuli, e non era ancor diventata un emporio mercantile di qualche importanza, la lingua italiana vi era esclusiva. Il commercio vi portò tedeschi, tanto sudditi austriaci come d'altre parti della Confederazione, dalma-tini, greci, italiani d'altre provincie d'Italia od italiotti deH'Jonio, armeni ed altri orientali già in parte parlanti dialetti italiani appresi in Levante, svizzeri, francesi, inglesi. Tutti questi, compresi i tedeschi, apprendono e parlano la lingua italiana. D'ordinario i loro figliuoli non ne parlano altra, e per sapere quella della nazione da cui traggono origine, devono apprenderla dal maestro. Tutte insomma le popolazioni venute dal di fuori, a malgrado della continua affluenza e dei continui cangiamenti, devono fondersi nell'elemento italiano, che è il prevalente di gran lunga a tutto il resto.
      « Il contado subisce la stessa influenza. I più prossimi contadini dell'agro triestino parlano ormai tutti l'italiano, uomini e donne; e scostandosi alquanto, gli uomini almeno parlano le due lingue, le donne ed i fanciulli lo parlano meno soltanto finche basta ad essi quel loro piuttosto gergo rustico che lingua; ma il rustico dialetto slavo, già in gran parte italianizzato, scomparisce anche fra questi ad ogni tdo' di luce di civiltà che penetri fra quella rozza gente. Chi fa ogni po' di commercio o d'industria, anche fra essi impara l'italiano, per necessità, e lo impara chiunque abbia i primi rudimenti di coltura.
      « Non si deve di ciò meravigliarsi. I Triestini altra lingua di coltura non ebbero e non poterono avere, che l'italiana. I loro scrittori sono stati e sono italiani, italiani i giornali che pagano le proprie spese e che hanno lettori nel luogo. Ciò, ad onta di tutti gli sforzi adoperati continuamente dall'Austria per germanizzare gli uf-ficii e l'istruzione, con una tanto più sciocca e vessatoria tirannia, che l'italiana dovrebbe in ogni caso essere la lingua commerciale, se Trieste deve continuare ad a-vere un commercio sul Mediterraneo, e se non vuole lasciarselo tutto rapire dagli altri porti della penisola. Chi
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 2. L'Italia incatenata (33 anni di Triplice Alleanza)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 208

   

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