Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAMa se l'Austria favorì con ogni suo potere l'elemento croato in Istria e in Dalmazia per aizzarlo contro la popolazione italiana, il destino preparava ai danni degli istigatori una inaspettata vendetta.
« Sono quegli stessi croati — diceva l'on. Battisti — ch'erano in Italia gli « strumenti ciechi d'occhiuta rapina ». Erano i puntellatori del dominio degli Absburgo, oggi ne sono i nemici più accaniti. Anche in essi si è destata la coscienza nazionale e con essa è sorto fremente lo spirito irredentista. Perchè? Perchè hanno visto la madre patria, la Serbia, vincere superbamente la Turchia, affermarsi come grande nazione, assicurarsi un avvenire fiorente ed hanno compreso che anche per loro la civiltà e il progresso saranno possibili solo nell'unione coi fratelli del sangue. »
Questa defezione dei croati ispirò ad Arturo Colaut-ti uno degli ultimi scritti nel quale l'impeto del colorito linguaggio nulla toglie alla esatta ricostruzione storica del notevole fenomeno.
« Se in tutta l'Alta Italia —• egli scriveva — non fossero le lapidi commemorative, le colonne espiatorie, i musei patriottici, gli ossari monumentali, la nuova generazione avrebbe quasi il diritto di credere il croato un mito, una leggenda, uno spauracchio, una ipotesi, una iperbole, un modo di dire, un pregiudizio cronico, un indovinello storico, una figura più che retorica.
« A Trento, a Trieste, a Gorizia, a Pola, a Fiume, a Zara se ne vede ancora qualche esemplare superstite. Ma sono gli ultimi campioni d'una specie scomparsa, bastanti tuttavia a testimoniare la passata esistenza, precisamente come certi animali insocievoli, gli orsi ad esempio. II croato si trova dovunque, tranneché in Croazia.
(( Incredibile, ma vero! Anche eli sciacalli della Santa Alleanza cominciano a intuire che la benemerita Polizia è una istituzione antiquata e affliggente : anche i gendarmi ereditari si sentono tentati di trescare con madamigella Libertà; anche i lanzichenecchi del Diritto divino sentono vagamente di avere una patria; anche gli « ex-secondini » sospettano di essere una specie di popolo.
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