Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAEra naturale che l'italianità dei trentini uscisse rinvigorita da queste traversie : e che i loro sguardi si volgessero con sempre più ardente desiderio oltre la frontiera, cercandovi ogni più eloquente segno della stirpe. E l'Italia lo seppe : lo disse con le ardenti parole di Francesco Domenico Guerrazzi; lo ricordò, anche nelle ore dell'indifferenza apparente, coi detti memorabili di Ferdinando Martini; lo attestò con quel « Trentino nostro » che Giuseppe Marcora tuonò dall'alto del seggio presidenziale della Camera.
Così sorse il monumento di Dante a Trento; così agli abitatori italiani delle ultime valli tridentine restò sacro il ricordo dell'ora in cui Giosuè Carducci poneva il piede nell'Alto Adige, in mezzo ai monti che fanno il supremo bacino del patrio fiume.
Partito da Misurina nel Cadore — ricorda Ettore Tolomei — il Poeta saliva un giorno, con la compagnia di amici, la cima del Monte Piana : massiccio dolomitico che all'Adige versa tutte le sue acque, e donde si prosoetta vicinissima la Grande Catena.
Gli alpinisti cadorini e trentini concordemente deliberarono d'incidere il nome del Carducci in un masso monumentale sulla cima del Monte Piana. Quest'omaggio reso nell'Alto Adige al grande italiano, suscitò un'eco di profonda simpatia, e fu voce comune che nella sua semplicità riuscisse di tutti il più commovente, il più pieno di significato e d'avvenire : affratellava esso Trentino e Cadore contermini, nella maestà delle Alpi, sul limitare della vasta regione di Bolzano le cui acque, non meno di quelle di Trento, scendono al mare nostro, cantano il nostro diritto.
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