Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIA
« ze, nelle considerazioni che chiede e nelle soluzioni « che esige. »
« In Francia e in Italia fu trattato a fondo il problema delle grandi e delle piccole Università. In tutti e due gli Stati si risolvette di mantenere e completare al possibile le minori. I dibattiti del Parlamento francese hanno sparso molta luce sopra un lato che per noi è di grande rilievo. In una relazione presentata al Senato si afferma : essere socialmente e politicamente utile di mantenere alle provincie un numero tale di giovani che rafforzi la vita provinciale : « ce serait de la décentrali-sation et de la meilleure. »
« Il concetto della decentralizzazione scientifica fu chiaramente espresso da Jules Ferry, che disse : « Noi vogliamo Università che non si rassomiglino in ogni parli te, ma che rispondano in ciascuna regione, non solo ai « bisogni, ma anche alle idee del luogo ». Ecco un self-government che fino la Francia, così centralista, loda ed accoglie. La Revue Universitaire dice infatti testualmente che lo Stato per tal modo « ouvre la porte à une vraie liberté, il donne l'exemple d'une décentralisation intelligente, et il laisse enfin à l'initiative individuelle, dont on parie tant ed dont au fond tant de gens ont si grande peur, l'occasion de se manifester ».
Ma gli avversari degli italiani obbiettavano ancora : L'Università non avrebbe un sufficiente numero di professori...
Ma si trovò che nelle scuole superiori del regno d'Italia insegnavano varie discipline 24 professori nati nelle provincie italiane soggette all'Austria, mentre altri 15 insegnavano nelle Università austriache.
« Io penso — notava Attilio Hortis — che questo numero di 39 nostri professori e la loro qualità (alcuni hanno fama mondiale) fanno buona testimonianza della maturità e del potere intellettuale del nostro piccolo ritaglio di popolo, come hanno voluto chiamarci. Da questo ritaglio di popolo sono usciti, per non parlare che dei morti relativamente recenti, Antonio Rosmini, e Niccolò Tommaseo, Giovanni Prati e Antonio Gazzo-
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