Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIA
« Non esagero; racconto fatti che avvengono giorno per giorno : e posso aggiungere che questi fatti sono in relazione con speciali disposizioni prese dall'autorità militare.
u Con una circolare proveniente dall'autorità militare ed inviata alle autorità politiche, si sono dati ordini di trattare il paese con eccezionali rigori. È un vero piano di dittatura militare. Riferisco alcuni punti di questo documento. Si ordina anzitutto di negare o togliere ai sudditi del Regno, dimoranti nel Trentino, le concessioni industriali ed i mezzi di lavoro, e di procedere, appena c'è qualche pretesto, a sfratti. Si chiede di proibire l'investimento di capitali italiani nelle industrie. Si impone di render difficile l'ingresso nel Trentino ai pastori del Regno con gli armenti, usando il pretesto delle malattie. Si consiglia di perseguitare tutte le associazioni di carattere nazionale, impedendo feste, gite, ritrovi. Si consiglia di trovare pretesti per sciogliere le Società maggiori. Si suggerisce di impedire alle società alpinistiche italiane del Trentino di costruire propri rifugi in montagna, dando invece la preferenza ad albergatori tedeschi.
« Si consiglia di usurpare terreni sulla linea di confine, provocando questioni sui limiti, dove il territorio del Regno d'Italia si incunea in quello austriaco. Si provvede ad occupare il Lago di Garda (quasi tutto regnicolo) con imprese di navigazione austriache. Si reclamano servizi di spionaggio, speciale sorveglianza sulla stampa, ed altro. Infine c'è anche la disposizione di preparare l'elenco delle persone pericolose da internare nelle Provincie ad un dato ordine, e quello dei regnicoli da trattenere come ostaggi in caso di guerra.
« Io non so se queste liste di proscrizione siano state eseguite, .ma tutto il resto del programma incluso nella circolare segreta fu almeno in parte effettuato.
« Le persecuzioni e gli sfratti dei regnicoli — specialmente operai — dal Trentino, sono all'ordine del giorno. Ad un grande industriale, che vuole costruire nelle Giudicane una centrale elettrica di 12.000 cavalli di forza, s'è imposto dall'autorità militare di non accettare capitale italiano, pena la perdita della concessione,
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