Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
L'ITALIA INCATENATAcademia militare di Vienna sotto la guida di ufficiali superiori.
« Molti battaglioni dell'interno sono arrivati nel Trentino e nel Friuli orientale, dove si costruirono caserme al confine. Solamente in Gorizia v'è più forza che in tutto il Veneto orientale, da Padova al confine.
a Non bastando più nemmeno la formidabile Pola, si arma Cattaro con batterie moderne; in Zara si costruiscono dei forti sull'isola Lunga e a Gravosa. È progettata la riduzione di Sebenico a grande porto militare con opere di fortificazione nelle, isole che fronteggiano la città, si impiantano nove stazioni radio-telegrafiche lungo la costa adriatica da Pola a Cattaro.
« Nè l'attività militare si arresta ai forti ed alle armi. 11 19 luglio dell'anno scorso si inaugurava con -nompa un tronco importantissimo della ferrovia strategica che da Salisburgo per Assling va a Trieste, ferrovia che fu voluta dal Beck, ex Capo di Stato Maggiore, e che, quando sarà ultimata, costerà 420 milioni di corone. Venne inaugurata dal presente Capo di Stato Maggiore dell'esercito con un discorso in cui ne mise francamente in evidenza l'importanza militare.
« Si progetta inoltre là ferrovia da Zara a traverso la Croazia fino a San Pietro. Si costruiscono con grande dispendio strade ordinane per congiungere le posizioni del Trentino con quelle del Cadore e per spostare rapidamente le truppe per vie traverse; e si arriva a tanta minuziosa cura da offrire larghi sussidi alle strade vicinali di confine.
« Sono ormai costruiti nelle stazioni ferroviarie lunghi piani caricatori militari.
« L'anno scorso ebbero luogo nell'Adriatico le grandi manovre, ed io vi rammento l'ordine del giorno del vice-ammiraglio Montecuccoli : « Il desiderio di Sua Altezza Imperiale è che la fiotta diventi così forte da compiere tutto il suo compito nell'Adriatico, uscire alla ricerca e sconfiggere il nemico. »
« Onorevoli colleghi, il Ministero della Guerra austriaco ha bene adempiuto al suo compito : il Governo alleato ha fatto il suo dovere; noi però non dobbiamo
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