Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAnon strategica, ma letteraria), i cavalli magiari e le cavallette croate potrebbero scorrazzare via per gli antichi dominii della quondam Serenissima.
      I corsi d'acqua, diagonalmente o parallelamente calanti dalle Alpi dolomitiche al golfo di Venezia, oppongono ben lieve ostacolo ad una marcia offensiva dall'est. Le dovizie tecniche degli eserciti odierni, massime quei ponti metallici montabili in brev'ora, rendono affatto illusorie le già insufficienti qualità difensive di quel Ta-gliamento che nel 1797 non fermò Bonaparte, e di quella Livenza che nel 1809 non fermò l'arciduca Giovanni. Quanto al Piave, al Brenta e all'annesso Bacchiglione, non pure nelle recenti manovre, ma nelle campagne del '96 e del '48, con Wurmser e con Nugent, sia che il nemico scendesse dal Tirolo o s'avanzasse dal Friuli, ab-biam veduto la nullità delle loro funzioni strategiche, non pure perchè signoreggiati dalle montagne, ma perchè agevolmente superabili in tutto il loro corso.
      Solo l'Adige azzurro, per sentenza di Napoleone, potrebbe arrestare i barbari tornanti, precisamente come dopo la rotta di Sacile, offrendo anche a un esercito battuto, quanto quello del principe Eugenio, valido schermo per ricomporsi e reintegrarsi lungo la destra sua sponda, poi che dalla Chiusa al mare tutela con la impetuosa, ampia corrente tutta quanta la gran pianura lombarda.
      Ma ohimè! l'Adige, benché italiano, dall'origine alla foce, appartiene sol per due terzi all'Italia. Or chi comanda la sorgente comanda pure Io sbocco : talché un esercito calante dall'acropoli naturale del Trentino, superata che abbia la stretta mal difesa di Sant'Ambrogio, può urtare di fianco gli italiani, vuoi sulla dritta, vuoi sulla manca riva del rapido fiume cantato dall'Aleardi.
      E non sempre si troverebbe il genio di un Bonaparte capace di spazzare dal pianoro di Rivoli un altro Alvinzi scendente su Verona per l'una o l'altra sponda adigina, o di rincorrere per Trento e Pergine, ormai più che fortificate, un altro Wurmser sboccante dalla Val Sugana su Bassano e Vicenza.
      Ad ogni modo, data l'assenza di un qualunque campo trincerato, che dico? di un qualunque ostacolo fortifi-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 2. L'Italia incatenata (33 anni di Triplice Alleanza)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 208

   

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