Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
L'ITALIA INCATENATAparentesi che hanno il nome di Vienna, di Innsbruck e di Graz, che volsero la commedia in tragedia.
I giovani italiani, egli disse, respinti dagli slavi, sono cacciati nei conflitti coi tedeschi, e nel nome dell'antico motto divide et impera, la polizia, espressione completa del pensiero austriaco, la polizia si mette in mezzo, perchè non siano scambi di parole soltanto. E i giovani italiani, che erano andati laggiù a cercare l'alimento dell'intelletto in lingua non loro, tornano alle madri sulle barelle coperti di ferite; e i vincitori, rievocando le più pure tradizioni del Barbarossa, mettono all'asta nel cortile dell'Ateneo le spoglie dei vinti!
L'on. Barzilai portò alla Camera l'eco delle inchieste di Barzini e di Gayda, i quali compirono — egli disse — un vero viaggio di scoperta nelle Provincie italiane dello Impero. E disse pure di voler unire a quei due il nome dell'on. Torre, che portò un contributo altissimo di serenità e di giustizia nei riguardi della stessa questione, che tocca così nel vivo l'anima italiana.
« Questi giornalisti, abituati a viaggi in terre lontanissime, reduci da questi paesi che stanno così presso la porta artificiale di casa nostra, vennero e narrarono. Io non ricordo alla Camera uno solo dei fatti che essi hanno raccolto, perchè i colleghi li conoscono, ma presento e richiamo al Governo le conclusioni dei due pubblicisti sereni e lontani da qualunque pensiero di parte o da qualsiasi appartenenza a partiti che possan sperare di trarne ragione di popolarità.
« Le conclusioni furono queste : si disse nei riguardi della lotta contro gli italiani dello Stato austriaco, che essa era una vera guerra di sterminio senza sangue. Si scriveva un mese fa : oggi questa ultima restrizione forse si sarebbe cancellata. E nei riguardi della condizione fatta ai cittadini del Regno nello Stato austriaco, si dimostrava che i provvedimenti della California di fronte alla immigrazione gialla erano meno fieri, meno tristi, meno micidia'i, di quelli in vigore laggiù verso i cittadini dello Stato italiano.
« Or dunque, la situazione è questa; e la spiegazione fu data da uno di quei pubblicisti. Il Gayda, che di-
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