Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAmoro moltissimi anni a Vienna, spiega la principale (non la sola, badate!) ragione di questa politica, e dice che l'Austria sente il bisogno di assicurarsi le basi di operazione per il caso di una guerra contro l'Italia; cioè non vuole avere, combattendo, italiani alle spalle!
« E cita questo fatto : nelle caserme dell'Austria, anche in talune caserme di Vienna, ci sono tabelle nelle quali si stabilisce il movimento delle pattuglie di avanscoperta pel caso di operazioni militari, e in queLe tabelle si parla di nostre truppe : unsere Truppen, e di truppe nemiche : jeindliche Truppen. Senonchè le parole « truppe nemiche » sono incollate sopra altre del testo autentico ed antico che dicono : italienische Truppen; e non c'è quindi da fare assegnamento che sulla resistenza della colla!
« Quindi soppressione di ogni attività legittima degli italiani, e tentativi pertinaci di slavizzazione del paese.
« Una sola cifra; cinquant anni fa la Dalmazia era terra italiana, conservava tutte le tradizioni della Repubblica Veneta, ed oggi la proporzione degli italiani in Dalmazia è del tre per cento! È distrutta; rasa al suolo la civiltà italiana in quel paese!
« Appena appena la città di Zara si sostiene miracolosamente: Sebenico, terra di Niccolò Tommaseo, è finita! E quest'opera persistente, lenta, continua, si compie a Trieste, in Istria.
« Ma le resistenze sono meravigliose, l'opera di denaturazione è lenta, ed allora si ricorre ai grandi mezzi. Dopo inaugurata la ferrovia dei Tauri, si importarono a Trieste 700 famiglie slave in blocco e si collocarono in particolari quartieri della città. La Società del Lloyd ha accolto 1700 operai slavi. Dei 4700 impiegati governativi di Trieste, 3900 sono slavi...
« Dunque il pericolo è continuo, incalzante. Ebbene, noi non dobbiamo occuparci a fare degli italiani in Albania per lasciarli poi disfare a Trieste! »
« Negli ultimi due anni — scriveva l'on. Barzilai nel 1913 — furon cacciati da Trieste e città contermini, coi pretesti più diversi e più strani, circa duemila cittadini i-
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