Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      Lo scoppio della guerra europea trovò l'Italia non soltanto militarmente impreparata, ma altresì debole — almeno in apparenza — nel suo assetto governativo.
      Il governo dittatoriale dell'on. Giolitti aveva avuto una difficile successione. Rifiutata dall'on. Sonnino, essa era stata raccolta dall'on. Salandra; ma la compagine della Camera non era tale da assicurare al ministero una vita realmente autonoma.
      Nè mancavano al governo ragioni di intima debolezza. La salute dell'on. Di San Giuliano era sofferente, nè gli consentiva quello sforzo di lavoro che il dicastero degli Esteri avrebbe in quei momenti richiesto; il ministro Millo non era ancora guarito da una grave distorsione prodottasi, e si trovava quasi paralizzato nell'ora in cui la marina abbisognava di energici e rapidi provvedimenti; il ministro Grandi aveva assunto il portafoglio della guerra, accettando con molta facilità un fabbisogno finanziario limitatissimo, che le circostanze rendevano singolarmente inadeguato; il ministro Rubini, che aveva portato al Tesoro le sue note idee di risparmio ad oltranza, appariva poco atto a fronteggiare con la voluta larghezza le esigenze d'una situazione eccezionale.
      In mezzo a tutti questi elementi di debolezza, la figura politica del Presidente del Consiglio non appariva forse dotata della fibra eccezionale e della indiscussa autorità, necessarie a fronteggiare così formidabili e-venti. L'on. Salandra, pur godendo nel mondo parlamentare la considerazione dovuta ad un uomo dotato di rettitudine, di coltura, di mente elevata, non aveva preso posto tra le figure di primissimo ordine. Il momento


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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 3. La nebbia sulla nazione (La neutralità)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 198

   

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