Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      « Ebbene : qual'è oggi il contegno del Governo d'Italia? Esso, pur dichiarando ne' suoi organi ufficiosi — si veggano le recenti comunicazioni del Giornale d'Italia — che il nostro paese non potrebbe sopportare modificazioni territoriali nella Penisola Balcanica, si guarda dall'accumulare forze armate ai confini orientali. Così per questo lato l'Austria-Ungheria è libera da ogni preoccupazione e può portare tutte le sue forze alle frontiere serba e russa. Ognuno intende di quale immensurabile valore sia per l'Austria e per la Germania questo leale contegno dell'Italia. Se l'Austria, infatti, fosse costretta a immobilizzare verso l'Italia un adeguato corpo di osservazione, nel momento in cui ha bisogno sin dell'ultimo suo soldato per condurre l'aspra guerra tra le montagne della Serbia e per fronteggiare la minaccia russa, vedrebbe delinearsi la probabilità di una disfatta. Astenendosi perciò da ogni movimento di truppe al confine austriaco, l'Italia rende alle sue alleate il massimo servizio che le sia possibile rendere. Diciamo il « massimo », perchè una partecipazione attiva al conflitto, vale a dire anche soltanto una minaccia al confine occidentale nel caso che la Francia entrasse nel gioco della guerra, non sarebbe consentita dal popolo italiano. Questo contegno del Governo si trova sinora in rispondenza perfetta coi voti dei partiti che rappresentano più direttamente le classi popolari e proletarie. Cos'han chiesto i socialisti ufficiali nel loro ordine del giorno di Milano? che il «proletariato italiano non sia costretto a impugnare le armi a servizio delle alleate per sopraffare un popolo libero ».
      « Ma, come emerge da tutto l'ordine del giorno, i socialisti non vogliono che le armi siano impugnate nep-pur contro l'alleata. Anche i socialisti adunque, che pur dichiarano la loro simpatia per il popolo serbo, non credono di dover chiedere che l'Italia, per soccorrere il popolo serbo, faccia atto di impugnare le armi contro l'Austria-Ungheria. Anch'essi, come tutti i partiti popolari, riconoscono che la linea da seguirsi dall'Italia è la neutralità all'oriente e all'occidente della nostra frontiera : non mobilitazioni contro l'Austria a favore della Serbia,
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 3. La nebbia sulla nazione (La neutralità)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 198

   

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