Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IliARMI E NAVIGLIO-
lo spirito pubblico s'orienta — per l'efficienza dell'esercito —
Albania e Montenegro — Il bombardamento d'Antivari — Unatrovata veramente austriaca — !ll richiamo di v0n merey —
Malattia diplomatica? — I Consigli Provinciali — Le parole di Giolitti — Un articolo impressionante — Crisi nel Ministero della Marina — Millo e Viale — Il Duca degli Abruzzi comandante supremo della flotta — L' « Amarissimo ».
L'opinione pubblica, riavutasi dalla prima scossa formidabile, cominciava ormai ad orientarsi.
L'Italia aveva dichiarato la sua neutralità, fondandosi su una rigorosa interpretazione del trattato che la legava agl'Imperi centrali. Il governo, e il pubblico italiano lo sentiva, aveva così tutelato insieme i nostri diritti davanti agli alleati, il nostro ufficio nella civiltà europea, i nostri interessi. Rifiutando di passar sopra alla lettera e allo spirito del trattato per correre insieme con l'Austria e con la Germania la spaventosa avventura che la coscienza del mondo giudica esplosa dalla volontà aggressiva dei nostri alleati, il governo si era anche trovato a provvedere alla salvezza della patria, che sarebbe stata esposta alla preponderante forza navale dell'Inghilterra.
Tutto ciò era chiaro, tanto che il Corriere della Sera poteva dire in piena corrispondenza con la realtà : « I pochi a cui giorni or sono sembrava opportuno e lecito dubitare del diritto italiano a rifiutare la solidarietà militare con gli alleati, ora si volgono con animo grato al governo per riconoscergli il merito di aver assicurate
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