Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA NEBBIA SULLA NAZIONEglierebbe il pericolo di eventuali e sicuri attriti, permettendo in Asia minore come in Abissinia lo sviluppo di sfere di influenza ora contrastate.
« La Francia, nella quale 500.000 italiani trovavano ieri lavoro e sussistenza, aprirebbe anche il suo ricco mercato finanziario, che ora ci è eventualmente chiuso, all'attività dei nostri commerci e delle nostre industrie.
« Prospettandovi in larga sintesi gli immensi vantaggi che l'Italia trarrebbe da tale azione, ho semplicemente riassunto e quasi letteralmente tradotto le parole (equivalenti a promesse) di chi sa di non parlare invano. » •
L'impulso era dato : e gli uomini più rappresentativi della Francia si fecero avanti e pronunciarono aperte parole.
« È una partita meravigliosa duella che l'Italia può giuocare — disse Stefano Pichon, ex ministro degli e-steri. — Da Plombières in poi, essa non ne ha avuto mai e non ne avrà mai di più belle.
« La Germania e 1' Austria saranno irrimediabilmente battute; ma se anche la Germania, ciò che io non credo, battesse la Francia, non per questo essa vincerebbe, perchè nè l'Inghilterra nè la Russia rinunzie-rebbero alla lotta, perchè la pace non sarà firmata se prima non sia stato schiacciato il comune nemico. Lo smembramento dell'Austria è inevitabile... e a chi più dell'Italia può esso profittare? »
E l'on. Pichon concluse :
— Ma l'Italia deve essere con noi...
Ecco ora le parole dette dall'on. Clemenceau, ex-Presidente del Consiglio :
« 11 giorno è venuto in cui l'Italia può prendere nella nuova Europa il posto che le è dovuto. »
E soggiunse :
— Il popolo italiano lo comprende, il suo Governo... no!
Fu un no vibrato con ardente energia. Alle obiezioni che gli furono mosse, egli rispose :
« Sì : è vero. Con la neutralità il Governo italiano
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